Russia-Ucraina, dalla terra allo spazio

IL CONFLITTO IN CORSO HA UN FORTE IMPATTO SULLE ATTIVITÀ SPAZIALI

La guerra in atto tra Russia e Ucraina sta comportando tutta una serie di problematiche e di revisioni di programmi già avviati nell’ambito delle attività spaziali civili. C’era da aspettarselo, poiché per tre decenni l’agenzia spaziale russa Roscosmos ha cooperato con molti tra i maggiori programmi di esplorazione spaziale. Le sanzioni contro la Russia sono diretta conseguenza di questi cambiamenti, che vedono ora soprattutto la Space X di Elon Musk fornire nuovi supporti alle imprese americane e occidentali, dopo avere già sdoganato, con le sue navicelle, la dipendenza americana e dei suoi partner dalle navicelle russe, dopo il ritiro degli Shuttle.

Ma sulla ISS, la Stazione spaziale internazionale, le capsule russe Progress e Sojuz sono quelle che consentono i cambi di quota orbitale, sia in caso di emergenze, che per il naturale abbassamento dell’orbita. Problema sottolineato dal numero uno della Roscosmos, Dmitry Rogozin (figura,Tass) che online ha dichiarato: “Senza di noi chi salverà la Iss dal de-orbit?‘”.

Lo farà Musk, che invierà le sue navicelle Dragon cargo in luogo delle Progress per ovviare ai cambi di orbita, oltre che degli equipaggi come già avviene. Inoltre, sempre il fondatore di Space X è sembrato mostrare sostegno pubblico per l’Ucraina, annunciando venerdì scorso che il servizio della sua rete di numerosi mini-satelliti Starlink è ora attivo nel paese, e aggiungendo che “più terminali [sono] in rotta”, ha riferito su twitter. Musk ha anche risposto alle osservazioni di Rogozin su Twitter sul supporto orbitale alla Stazione Spaziale con un’immagine del logo SpaceX. Come dire: “Lo facciamo noi”. Almeno per adesso, la Nasa continuerà a utilizzare la Sojuz per riportare gli astronauti americani a Terra. L’astronauta della Nasa, Mark Vande Hei, dovrebbe tornare dalla stazione il 30 marzo a bordo della Sojuz MS-19.

Nel frattempo, la missione del telescopio spaziale russo-tedesco Spektr-RG, che studia il cosmo nei raggi X, è in modalità sospesa dopo richiesta russa (vedi la news su Bfcspace).

La missione ExoMars, dell’Agenzia spaziale europea, ma in cooperazione con l’agenzia russa, è anch’essa in sospeso, in attesa di nuove decisioni. E quasi certamente verrà rinviata di due, o molto più probabilmente di quattro anni. Doveva partire in settembre, ma la preparazione prevista proprio per questo mese, porterà quasi inevitabilmente ad un rinvio alla successiva “finestra” favorevole per Marte. Che poi si riaprirà non prima del 2024.

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