Domanda di Augusto Galliano del 30/05/2022

Domanda Cosa ne pensate della Canon 4000d per il deep sky? Vedendo le caratteristiche (es. filmati anche a 6440 ISO,varie risoluzioni tipo 720x480),e' una valida alternativa alle varie ZWO o Player one , visto anche che un sistema di riduzione del rumore? Il prezzo di 479,90 € mi sembra molto competitivo. Inoltre avendo una varietà di risoluzioni si può riprendere dalla nebulosa di Orione , alla galassia , alla nebulusa planetaria. PS: Faccio presente che ho un CPC 800 più riduttore f/6,3 e una EOS 550D. Per i pianeti ho una Neximage 5 e Skyris 236 M.
Autore Augusto Galliano
Risponde Giuseppe Donatiello
Risposta La fotocamera EOS 4000D è l’attuale modello base tra le Dslr in casa Canon. Imbarca un sensore CMOS APS-C da 5184x3456 pixel ed è proposta in kit con zoom 18-55mm EF-S. Al momento del lancio, nel 2018, il produttore ha inteso offrire un dispositivo dal prezzo competitivo senza rinunciare a buone prestazioni complessive. In parte, questo è stato ottenuto risparmiando qua e là e rinunciando a qualche funzione meno importante. Ad esempio, lo scafo è interamente in polimeri stampati, così come l’attacco EF per gli obiettivi. Benché la cosa abbia fatto storcere il naso ai puristi, Canon garantisce la resistenza e longevità di tale materiale, insieme a una notevole leggerezza del corpo macchina (possiedo due di queste fotocamere e posso confermare che nonostante l’intenso utilizzo, non hanno subito alcun degrado). Nel deep-sky la 4000D è davvero sorprendente. Il suo sensore è più recente rispetto ai precedenti modelli ed è di grado cosmetico alquanto alto riguardo alla sua fascia di prezzo. I tempi di esposizione manuali variano tra 1/4000s e 30s, invece l’esposizione Bulb (B) è praticabile solo attraverso l’app con collegamento WiFi dedicato con smartphone o tablet. Il massimo guadagno è di 6400 ISO, estendibile. A differenza dei modelli più vecchi, la 4000D alle alte ISO non esibisce un rumore fastidioso, anzi è proprio nei valori più alti la sua forza. Una trattazione specifica ci porterebbe lontani, qui basterà dire che anche a 6400 ISO, questa Dslr è veramente fruibile. In normali applicazioni astrofotografiche, la utilizzo di norma a 3200 ISO. Curiosamente, alle alte ISO, la 4000D manifesta una insolita sensibilità nel rosso rispetto ad altre fotocamere. Già con pochi secondi, sotto un cielo buio, mostra le nebulose ad emissione di un bel colore purpureo e non il classico magenta. Forse gli ingegneri, hanno tagliato i costi scegliendo un filtro taglia infrarosso di minore qualità, favorendo paradossalmente l’astrofotografia senza alcuna modifica. Oppure, alle alte ISO, il sensore tende a spianare la curva di risposta, quindi esibisce sensibilità abbastanza costanti alle varie lunghezze d’onda dal blu al rosso. Beninteso, questa è una mia congettura non supportata da alcuna verifica ma le cose stanno davvero così. In altri termini, ad alto guadagno, la 4000D è una buona fotocamera per deep-sky anche senza alcuna modifica. Il sensore APS-C si presta a vari impieghi, dalla fotografia a largo campo con teleobiettivi a quella telescopica. Ad esempio con gli obiettivi fotografici più comuni, copriamo: 24°x16° con un 50mm, circa 9°x6° con un 135mm, 6°x4° con un 200mm, 4°x2° con 300mm. Con il suo CPC800 a f/6.3, avrebbe un campo di circa 0.9°x0.6°, sufficiente per inquadrare praticamente tutti gli oggetti del cielo profondo, tranne le nebulose molto estese (più adatte ai teleobiettivi). Allo scopo può eseguire numerosi scatti da 30 secondi da sommare con uno dei programmi di stacking più diffusi e processare con comuni software di editing. Allo scopo sarà sufficiente impostare lo scatto ritardato, riprendere in live-view (anche per eseguire la messa a fuoco attraverso lo schermo ingrandendo 5 o 10x) a piena risoluzione. Non ha senso impostare la risoluzione del sensore per adattarla alle dimensioni angolari dell’oggetto, poiché basterà eventualmente ritagliare l’immagine finale alle dimensioni desiderate. Francamente, non vedo alcun vantaggio nell’utilizzo delle funzioni video per eseguire riprese deep-sky poiché la rosa di tempi esposizione è sufficiente per un’ampia rosa di oggetti, da quelli più luminosi a quelli deboli. La risoluzione massima è il Full HD (1920 x 1080 px) perciò può essere utile per catture video a colori della Luna e dei pianeti sfruttando la app per avviare e interrompere la ripresa. I video potranno essere trattati con programmi come RegiStax per eseguire lo stack dopo averli trasferiti nel PC dalla scheda SD. In questo caso non avrà un concreto vantaggio in prestazioni rispetto alla camera planetaria che già possiede. L’unico aspetto conveniente è la non dipendenza da un PC per l’acquisizione rispetto ad altri sistemi di cattura. Ovviamente dovrà anche fare molta pratica per gestire al meglio un tale sistema, sia per riprese deep-sky sia planetarie, ma questo s’impara direttamente sul campo.

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