Domanda di Augusto Galliano del 02/02/2022

Domanda Vorrei sapere quanti megapixel possa avere una camera nella ripresa DSO col mio CPU da 6 giga di Ram. In sintesi con un CPU da 6 giga di Ram quali camere posso permettermi. Se ricordo bene vi ho scritto dei problemi avuti con la Skyris 236 mono ,abbinata al mio CPC 800. Con tale set ho risolto raccogliendo non più di 100 frames da 2 sec o 4 sec. E' questo il limite? Camere da 2 MPixel per un CPU da 6giga di Ram?(Es:Asi 482 mc ,174 mcc)
Autore Augusto Galliano
Risponde Giuseppe Donatiello
Risposta Non esiste una risposta standard. In genere, per i dispositivi di acquisizione immagine, dobbiamo pensare a una sorta di equilibrio dell’intero sistema. L’equilibrio in questione tiene conto delle risorse disponibili e delle caratteristiche intrinseche del dispositivo. L’entità di tale flusso è strettamente correlata alle risorse della macchina e anche dal tipo di software utilizzato per la sua gestione. È intuitivo: macchine meno performanti faranno fatica a gestire file grossi. Non solo l’acquisizione, ma soprattutto la gestione del file diventa problematica per un PC che non abbia risorse sufficienti, poiché la RAM e la CPU saranno anche impegnate a gestire le funzioni dei software. Possiamo dire che il tempo richiesto è direttamente funzione di tali parametri, non solo in fatto di capacità ma di tecnologia delle stesse. La RAM, dopo il processore e la scheda grafica, è la parte più importante nelle prestazioni di un sistema. La quantità di memoria necessaria per l'esecuzione di un software può variare molto. Alcuni software potrebbero richiedere molta memoria (tipo quelli recenti che utilizzano tecnologia AI), mentre altri potrebbero richiederne poca. Succede, per esempio, che elaborare un’immagine su un computer con disco rigido comporti spesso il blocco del sistema, cosa che invece non accade con uno SSD a parità di RAM e CPU. Questo è una diretta conseguenza della capacità di flusso dispositivo. Non da meno – e questo è spesso sottovalutato – è importante avere una valida scheda grafica. Chi si occupa di astrofotografia non può sottovalutare questo essenziale elemento da cui dipende il numero di fotogrammi al secondo (FPS), specialmente in riprese video. Il FPS è strettamente correlato alle prestazioni di un sistema. Se le prestazioni del computer non sono abbastanza buone, rallenterà e non otterremo FPS sufficientemente elevati. Nel caso della singola immagine, il discorso è sostanzialmente identico. Le dimensioni del file da acquisire ed elaborare devono essere commensurate alle capacità della macchina e agli eventuali acceleratori hardware disponibili. Un alto FPS non è indispensabile ma utile, specialmente per sfruttare funzioni, come il live stack, offerte da vari software, come il popolare SharpCap. Se non si eccede con la risoluzione utilizzata, tale processo deve essere il più possibile fluido: l’immagine appena acquisita verrà sommata alle precedenti sino a ottenere l’equivalente di una singola ripresa a lunga posa. Sia in modalità singola immagine sia in live stack, quanto può essere “pesante” l’immagine per avere un sistema gestibile? Per le ragioni che abbiamo accennato prima, non è facile rispondere con precisione, non essendoci una formula specifica. Vien da sé che riprendere in formato 4K con un PC piuttosto limitato, comporterà l’inevitabile blocco e perdita di dati. Anche in questo caso vale la saggia regola del fare prove e non affidarsi al sentito dire. Basterà provare più combinazioni per vedere quale sia quella che lavora meglio e senza intoppi sul nostro PC. Altrettanto, non sarà molto vantaggioso usare un dispositivo di tipo recente su un vecchio computer. È preferibile passare a un sistema adeguato in grado di gestire un flusso dati maggiore. Aggiornando scheda grafica, CPU e RAM, otterremo prestazioni migliori. Uno schema valido è GPU, CPU > RAM > SSD, HDD. Non da meno bisogna avere driver aggiornati e recenti di tutti i dispositivi, in particolare delle schede grafiche. Nel caso la ripresa continuasse a essere difficoltosa (procedimento a scatti, blocchi, tempi eccessivamente lunghi, surriscaldamento, ecc.), converrà abbassare la risoluzione, selezionandone una più gestibile. Sei giga di RAM non sono tanti, ma nemmeno pochissimi. Attualmente 16 GB sono considerati appena sufficienti per attività di editing video o grafica. Sei-otto giga sono sufficienti per tenere un paio di software aperti contemporaneamente durante le fasi di cattura. Anche in fase di elaborazione fanno fatica a gestire immagini superiori a circa 8 MP, con certi software. Non è una regola, ma personalmente utilizzo tuttora un PC con 4 GB di RAM con SSD che gestisce benissimo immagini RAW da 18 MP (APS-C) e processa immagini anche di 150 MP… avendo molta pazienza e senza usare filtri impegnativi nell’editing! Una buona indicazione dei limiti è spesso ottenibile selezionando dalle impostazioni le scelte automatiche (spesso sotto la selezione di “massime prestazioni”) oppure quelle sotto la dicitura “scelta suggerita”. Con le prime il sistema si auto configurerà per offrire le prestazioni migliori per quel determinato hardware oppure indicherà quelle più ragionevoli. Alcuni software hanno dei limiti intrinseci di risoluzione. Gli Editor più popolari limitano le dimensioni massime di un’immagine a 30.000 x 30.000 pixel e non si può andare oltre anche con supercomputer, raccomandando di non eccedere oltre certi limiti in base alla disponibilità di RAM. Empiricamente, con 2 GB di RAM si può gestire un’immagine da 75 MP (fonte Adobe). Altri software impongono invece un limite di “peso” del file ad uno o due GB. Tuttavia, la differenza di prestazioni tra le velocità di base della RAM (2133 MHz è la velocità più bassa della memoria DDR4) sono contenute anche alle frequenze RAM più elevate nella maggior parte delle applicazioni. Sarà anche utile impostare un valore abbastanza alto della Memoria Virtuale in cui andranno confluire i dati in eccesso della RAM fisica. Quindi, non esiste davvero una risposta standard. Il bello dell’astronomia amatoriale è anche la sperimentazione e nulla ci vieta di cercare soluzioni nuove.

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