La nuova forma della Via Lattea

una spirale barrata con soli due bracci principali e molti secondari

La galassia NGC 1300 distante 69 milioni di a.l. nell’Eridano in una riresa del telescopio spaziale Hubble. La sua struttura è simile a quella della Via Lattea che è emersa dagli studi più recenti

Grazie al Purple Mountain Observatory e al National Astronomical Observatories, un gruppo di astronomi e fisici dell’Accademia cinese delle scienze ha scoperto che la forma della Via Lattea, quella che tutti conosciamo con quattro bracci, non è corretta.

In un nuovo articolo pubblicato su The Astrophysical Journal, viene descritta un’analisi da volta a definire con maggiore accuratezza la reale forma della nostra Galassia.

La classica forma a spirale con un rigonfiamento centrale e quattro bracci che lo avvolgono, accertata per molti anni come corretta, in realtà non è esaustiva. Essa ha infatti molti altri bracci ramificati più piccoli.

Negli ultimi anni, la tecnologia sempre più complessa e performante ci ha insegnato che la stragrande maggioranza delle galassie rientra in una sola delle tre forme principali: spirale, irregolare ed ellittica e che la maggior parte di esse ha due bracci principali con spirali che si dividono in braccia più piccole.

Spesso, la formazione di più bracci a spirale è il risultato di collisioni con altre galassie o ammassi. Questo ci dice che la visione tradizionale, quella con quattro bracci, la renderebbe straordinariamente rara e, se così fosse, ci dovrebbero essere alcuni indizi del fatto che questa forma così unica si sia venuta a creare. La realtà delle cose è che, in realtà, potrebbe averne soltanto due bracci principali.

Questa ipotesi è stata formulata analizzando la distanza dalla Terra delle singole stelle della Via Lattea grazie all’interferometria, in grado di misurare con estrema precisione la posizione delle che emettono microonde. L’analisi, effettuata su un campione di più di 200 stelle, ha cominciato a delineare una mappa della Galassia differente da quella che si pensava potesse essere.

Integrando i dati con quelli di un migliaio di stelle di ammassi aperti provenienti dall’osservatorio spaziale Gaia, utilizzato per mappare la posizione delle stelle in relazione alla Terra e l’una con l’altra e implementando il database con le distanze di 24mila stelle O-B, utili in quanto non si muovono molto dopo la formazione, il risultato parla chiaro.

Adattando la disposizione delle stelle a una spirale, è emerso che la forma più probabile della Via Lattea è una spirale barrata con soli due bracci principali che si estendono verso l’esterno dalla barra e altri bracci più corti e irregolari, non collegati alla struttura principale, si dipartono da essa come capelli al vento.

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