Una nuova immagine di Urano

RIPRESA DAL TELESCOPIO SPAZIALE JAMES WEBB CON INCREDIBILE DETTAGLIO

Immagine di Urano catturata dalla Near-Infrared Camera (NIRCam) del Webb il 6 febbraio 2023. Si vedono bene gli anelli del pianeta, così come le nuvole e la calotta polare. Crediti: NASA / ESA / CSA / STScI / J. DePasquale (STScI)

Urano è un gigante di ghiaccio, con un anello simile a quello di Saturno e con un’inclinazione dell’asse pari a 97,77°, diversa da quella di tutti gli altri pianeti.

In questa incredibile immagine del telescopio spaziale James Webb, Urano si mostra in tutta la sua eleganza. Nell’immagine, Urano è ribaltato, con il suo polo nord rivolto verso il Sole. La sonda Voyager 2 lo aveva già immortalato da una distanza di soli 81.500 km ma il Jwst è stato in grado di rivelare nuovi incredibili dettagli.

L’immagine, acquisita a due lunghezze d’onda infrarosse centrate su 1,4 e 3,0 micron, tradotti per semplicità nei colori blu e arancione, rispettivamente, evidenzia molto bene la brillante calotta polare, che appare durante la primavera di Urano e scompare in autunno. Essa presenta delle gradazioni. Infatti, appare più luminosa al centro che all’esterno e mostra due nuvole bianche, probabilmente associate a tempeste, avvolte da 11 dei 13 anelli polverosi visibili del pianeta.

Un anno su Urano equivale a 84 sulla Terra, quindi la sua estate nell’emisfero settentrionale dura 42 anni. E poiché il pianeta ruota su un fianco, la calotta nord subirà una notte fredda e incredibilmente aspra con l’arrivo dell’inverno. Le differenze tra i due emisferi si traducono in condizioni meteorologiche estreme, con velocità del vento misurate fino a 900 chilometri all’ora.

Visione del sistema di Urano con la NIRCam del Webb in cui si vedono il pianeta e sei delle sue 27 lune conosciute. Si vedono anche una manciata di oggetti di sfondo, tra cui molte galassie.  Crediti: NASA / ESA / CSA / STScI / J. DePasquale (STScI)

Un fatto insolito che spesso non si conosce di Urano è che presenta emissioni nella banda X, rilevata grazie ai dati raccolti dall’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA tra il 2002 ed il 2017. Ma cosa potrebbe indurre Urano a emettere raggi X?  La risposta è: principalmente, il Sole.

Ma non è solo questa la causa. Inizialmente, ci si aspettava che la maggior parte dei raggi X rilevati provenisse dalla dispersione dell’emissione solare. Un’altra possibilità è che gli anelli di Urano producano essi stessi raggi X, come nel caso degli anelli di Saturno. Urano è circondato da particelle cariche come elettroni e protoni che, se entrano in collisione con gli anelli, potrebbero far brillare gli anelli proprio in questa lunghezza d’onda.

Un’altra possibilità è che almeno alcuni dei raggi X provengano dalle aurore polari presenti su Urano, un fenomeno che è stato precedentemente osservato su questo pianeta ad altre lunghezze d’onda.

Anche sulla Terra, i raggi X vengono emessi nelle aurore polari, e sono prodotti dagli elettroni energetici, rallentati dall’atmosfera ai poli dopo la loro folle corsa lungo le linee del campo magnetico del nostro pianeta.

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