Una nuova variabile cataclismica magnetica

scoperta casualmente osservando l'ammasso aperto NGC 2516

Immagine nei raggi X di NGC 2516 ottenuta dal telescopio eRosita. La parte tratteggiata contrassegna la posizione di Srge J075818-612027

Le variabili cataclismiche, chiamate anche stelle U Geminorum, dal nome della stella prototipo, sono sistemi stellari binari costituiti da una nana bianca che accresce materiale, tipicamente gas, da una normale compagna stellare.

Sono stelle che aumentano irregolarmente e potentemente di luminosità per poi scendere nuovamente durante uno stato chiamato “di quiescenza”. Fra le variabili cataclismiche ci sono le cosiddette stelle polari che si distinguono per la presenza di un campo magnetico molto forte proveniente da una delle due stelle, tipicamente una nana bianche.

Il nome “cataclismica” deriva dal fatto che la variabilità dipende dal comportamento turbolento del gas nel sistema stellare, che cambia rapidamente, generando esplosioni termonucleari e altri comportamenti estremi. Solitamente questi sistemi binari sono composti da una nana bianca e una nana rossa, anche se in alcuni casi si possono trovare due nane bianche o una nana bianca e una stella moderatamente evoluta come una subgigante.

Di questi sistemi se ne conoscono diversi. L’ultimo è stato scoperto analizzando i dati della sonda Spektr-RG (Srg) e del Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess). Il nuovo oggetto, chiamato Srge J075818-612027, è molto probabilmente del sottotipo polare. Si tratta di una variabile cataclismica magnetica a eclissi profonda, scoperta casualmente osservando l’ammasso aperto NGC 2516, da cui si rilevavauna quantità anomala di raggi X da una distanza compresa tra 4000 e 13.500 anni luce.

Successivamente, lo spettro a bassa risoluzione di questa variabile ha confermato, attraverso l’identificazione della riga di emissione dell’idrogeno di Balmer sovrapposta a un continuo piatto o leggermente blu, che si trattava di una variabile cataclismica magnetica.

Le misure hanno anche dedotto una variabilità, con un periodo di circa 106 minuti. Questo oggetto mostra importanti differenze di magnitudine anche su lunghe scale temporali a diverse lunghezze d’onda, sia ottiche che nei raggi X. Questo comportamento potrebbe essere interpretato come una conferma della sua classificazione come binaria polare.

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