La Luna giapponese

Lancio di successo per il lander Hakuto-R di ispace

L’11 dicembre, alle 8:38 italiane, il lander lunare Hakuto-R M1 lasciava la Terra a bordo di un razzo Falcon 9 lanciato da Cape Canaveral, Florida. A bordo, assieme al lander, il CubeSat della Nasa Lunar flashlight. Quest’ultimo era arrivato in ritardo per essere integrato a bordo del razzo Sls di Artemis I insieme agli altri dieci CubeSat ed è stato rilasciato dal secondo stadio del Falcon 9 qualche minuto dopo il lander giapponese. Nel frattempo, quest’ultimo aveva già aperto in autonomia le gambe e si stava già connettendo al centro di controllo di Tokyo, dove un team giovanissimo e internazionale aspettava con il fiato sospeso. Fra loro anche Federico Giusto, classe 1994, ingegnere del team europeo che si occupa dello sviluppo di un rover per la missione M2, in programma per il 2024. Ma durante il lancio Federico Giusto si trovava a Tokyo per pilotare il lander in qualità di Spacecraft Operator. Fortunatamente, le condizioni generali post lancio di Hakuto-R M1 erano stabili e Federico non ha dovuto inviare nessun comando critico.

Prima di raggiungere la Luna e, nello specifico, il cratere Atlas, il lander raggiungerà la distanza di 1,5 milioni di km dalla Terra, diventando la sonda privata più lontana dal nostro pianeta dopo la Tesla di Elon Musk lanciata nel 2018 a bordo del primo Falcon Heavy, ma che ha perso contatti con la Terra dopo poche ore.

L’ampia traiettoria scelta per il lander gli permetterà di raggiungere la destinazione utilizzando quantità di carburante decisamente inferiori rispetto alle traiettorie di pochi giorni utilizzate per i voli con equipaggio, ma porta la durata del viaggio a circa 5 mesi. In questo lasso di tempo il lander dovrà proteggere sia sé stesso che il proprio carico dai pericoli dello spazio aperto. Hakuto-R M1 è stato sviluppato per sopportare una spinta di 14G, temperature fra i -170°C e i 110°C , e una radiazione di 57 µSv l’ora, molto più elevata degli 0,35 µSv l’ora dell’ambiente terrestre. Sul corpo da 330 kg (più 30 kg di payload) che misura 261 cm di lato per 226,7 cm di altezza, sono montati I sensori di navigazione che, con l’aiuto di 8 piccoli propulsori a gas, orientano il lander usando il Sole e le stelle. Il motore principale e 6 motori secondari spingeranno invece il lander utilizzando monometilidrazina e tetrossido di azoto.

Se qualcosa però dovesse andare storto, ispace si è tutelata stipulando della prima assicurazione della lunar economy. La compagnia giapponese Mitsui Sumitomo Insurance ha infatti valutato non solo i rischi legati al lancio, ma anche quelli legati al viaggio spaziale e all’allunaggio.

Altra novità di space economy portata dalla missione M1 sarà la prima transazione economica mai effettuata nello spazio. A dicembre 2021 sia ispace inc. che ispace Europe, la succursale lussemburghese, hanno vinto un contratto con la Nasa per prelevare un campione di regolite e trasferirne la proprietà all’ente americano. Nessuna missione di ritorno e nessun test. A fronte dei 5 mila dollari pattuiti, la Nasa richiede solo una fotografia della regolite prelevata e fatta cadere all’interno del piede del rover grazie a un meccanismo passivo. Una collaborazione  con cui la Nasa mira a creare un precedente legale per transazioni di proprietà nello spazio.

Tutt’altro che simbolico è invece il valore del carico che vede payload di clienti nazionali e internazionali, privati e pubblici. Il principale è il rover Rashid dell’agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti, il Mohammed bin Rashid Space Centre. Coi suoi 10 kg, Rashid sarà il più piccolo rover mai arrivato sulla Luna, ma a bordo trovano posto diversi strumenti per analisi ad ampio spettro della superficie lunare: due camere ad alta risoluzione, una camera per catturare piccoli dettagli, una camera termica e una sonda di Langmuir, cioè uno strumento che rileva il moto degli elettroni e che servirà per analizzare il plasma lunare.

Il robottino transformer

L’elemento più curioso fra i payload è un piccolo robot dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa. Chiamato Transformable Lunar Robot, consiste in una palla di 8 cm di diametro che può cambiare forma assumendo l’assetto “da corsa”. Il robot esplorerà così la superficie lunare e raccoglierà dati per il Lunar Cruiser, un rover pressurizzato in produzione da Jaxa e Toyota e pensato per trasportare per 10 mila km gli astronauti delle missioni Artemis.

Su Hakuto-R M1 trova spazio anche altro made in Japan: l’azienda NGK Spark Plug co. ltd., partner commerciale di ispace, testerà nell’ambiente lunare un suo accumulatore allo stato solido, un tipo di batteria ad alta densità di energia.

ispace ha inoltre stretto una collaborazione nell’ambito della transazione di dati con tre aziende canadesi sovvenzionate dal Lunar Exploration Accelerator Program (Leap) dell’agenzia spaziale Canadese. NGC Aerospace ha stretto un accordo per utilizzare le immagini riprese dalle camere del lander per il suo software di analisi del terreno lunare. Anche la Mission Control ha un software per il riconoscimento degli ostacoli sulla Luna: l’intelligenza artificiale da loro sviluppata aiuterà il rover Rashid a muoversi in sicurezza.  Canadensys Aerospace ha invece installato sul lander diverse camere a 360° per riprendere gli eventi principali dell’allunaggio.

Altre aziende sponsor e collaboratrici vengono dall’industria giapponese: Suzuki ha fornito supporto durante lo sviluppo strutturale del lander, mentre Citizen ha fornito la tecnologia Super Titanium™ e, ovviamente, l’orologio del countdown alla partenza del centro di controllo di Tokyo.

Infine, su un pannello del lander si trovano incisi i nomi di chi ha supportato il crowdfunding del team Hakuto e dei membri di ispace. Fra questi, anche quello di Federico Giusto.

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