Il lampo gamma del secolo scoccato dalla Freccia

Grb 221009A potrebbe rappresentare il “primo vagito” di un buco nero

Un potente flusso di fotoni gamma ha investito lo scorso 9 ottobre i rivelatori del telescopio spaziale Fermi della Nasa e di altri telescopi per le alte energie, nello spazio e sulla Terra. Il primo a reagire all’evento è stato il cacciatore di lampi gamma Swift, che ha messo in allerta un team di astrofisici guidato da Simone Dichiara (Penn State University), che a sua volta ha avvisato la rete internazionale di ricercatori interessati ai lampi gamma.

Telescopi da terra e in orbita hanno immediatamente puntato l’origine del segnale nella costellazione della Freccia, mentre gli astronomi indagavano i dati acquisti in precedenza, per verificare la presenza di anomalie. In effetti, un’ora prima due rivelatori di Fermi avevano registrato un segnale gamma così intenso che è stato definito il “gamma-ray burst del secolo”, tecnicamente un Boat (brightest of all times).

L’eccezionale flusso di fotoni X e gamma ha saturato gli strumenti e ha ionizzato l’alta atmosfera, creando una Sid (Sudden Ionosphere Disturbance).

Denominato Grb 221009A, è stato un lampo molto intenso e relativamente vicino, a 1,9 miliardi di anni luce, secondo le misure di redshift eseguite dal telescopio Vlt dell’Eso in Cile sulla controparte ottica del lampo. Potrebbe rappresentare il “primo vagito” di un buco nero. Infatti, nell’atto di formarsi, questi oggetti emettono potenti getti di particelle a velocità prossime a quella della luce, che “perforano” la stella originaria, emettendo raggi X e gamma.

GrbB 221009A è stato il primo lampo gamma a essere rivelato dallo strumento cinese Lhaaso (Large High Altitude Air Shower), che ha misurato diversi fotoni con energia nella regione dei teraelettronvolt (TeV) fino a un massimo di 18 TeV. Se confermato, questo risultato potrebbe avere implicazioni anche in ambito fisico dal momento che è quasi impossibile che un fotone così energetico possa sopravvivere al viaggio di 1,9 miliardi di anni luce senza interagire con un fotone del fondo cosmico, per trasformarsi in una coppia elettrone-positrone.

Gli effetti dell’incontro dei fotoni di Grb 221009A con le polveri cosmiche si vede invece nella foto: una serie di anelli concentrici, ripresi in banda X da Swift, corrispondenti alle nubi di polvere incontrate dal Grb, ciascuna delle quali lo ha deviato e ritardato.

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