AstroSamantha è tornata

La seconda avventura spaziale della Cristoforetti si è conclusa con un tuffo nell’Atlantico

L’astronauta italiana dell’ESA Samantha Cristoforetti è rientrata sulla Terra insieme agli astronauti della NASA Kjell Lindgren, Bob Hines e Jessica Watkins, ponendo così fine alla sua seconda missione sulla Stazione spaziale internazionale (ISS), denominata Minerva. Samantha e gli altri membri dell’equipaggio, noto come Crew-4, sono tornati a bordo del veicolo spaziale Crew Dragon Freedom, che si è sganciato autonomamente dalla Stazione il 14 ottobre 2022 alle 18:05 (ora italiana). Dopo aver completato una serie di accensioni da deorbita, Freedom è entrata nell’atmosfera terrestre e, alle 22:55, ha dispiegato i suoi paracadute per un ammaraggio al largo delle coste della Florida. I membri della Crew-4 erano partiti alla volta della Stazione spaziale il 27 aprile scorso e vi hanno trascorso quasi sei mesi, vivendo e lavorando in orbita come membri dell’Expedition 67 della ISS. Nell’ambito della missione Minerva, Samantha ha operato su numerosi esperimenti europei e italiani, e molti altri esperimenti internazionali in ambiente di microgravità.

SpaceX Crew-4 inside the Dragon Capsule. Provided by SpaceX

Il primo astronauta italiano ad ammarare

Samantha Cristoforetti ha portato così a conclusione una missione perfetta, durante la quale ha condotto tutti gli esperimenti scientifici in programma, oltre a una spettacolare attività extraveicolare che l’ha portata a diventare la prima astronauta europea a compiere una “passeggiata spaziale”. . Ora volerà direttamente a Colonia, in Germania, dove sarà monitorata dal team di medicina spaziale dell’ESA mentre si riadatterà alla gravità terrestre presso il Centro Europeo Addestramento Astronauti (EAC) dell’ESA e la struttura Envihab del Centro aerospaziale tedesco (DLR). Astro Samantha, che aggiunge così questi 5 mesi e mezzo in orbita con la missione Minerva ai 7 trascorsi con la precedente missione Futura del 2014-2015, ha battuto un nuovo record. E’ stato il primo astronauta italiano ad ammarare e non più ad atterrare. Non sono più gli splashdown come ai tempi dell’Apollo, che avvenivano in zone remote del Pacifico al largo delle Isole Samoa, con lunghi trasferimenti degli astronauti in aereo.

I precedenti italiani tutti con atterraggio

Ora si ammara in prossimità della Florida, e quindi non distante da Cape Canaveral, dove gli astronauti, dopo l’ammaraggio, verranno accolti dal team di medici che li supporterà nei primi momenti, difficili, di riadattamento alla gravità terrestre. La stessa Samantha Cristoforetti, al rientro dalla sua precedente missione, era stata lanciata e poi rientrata con una Sojuz russa, e quindi con il brusco atterraggio nella steppa della regione di Arkalyk nel luglio 2015. Il primo italiano nello spazio, Franco Malerba, atterrò l’8 agosto 1992 con lo Space Shuttle Atlantis sulla pista lunga 10 chilometri di Cape Canaveral. Stessa cosa per Maurizio Cheli e Umberto Guidoni, entrambi sul Columbia, atterrati l’8 marzo 1996. Guidoni poi atterrerà ancora, con la navetta Endeavour, nell’aprile 2001, mentre sia per Paolo Nespoli che per Roberto Vittori, per tutte e tre le loro missioni, avvennero sia due atterraggi con la Sojuz, che uno con lo Shuttle: Nespoli sullo Shuttle nell’ottobre 2007 e Vittori nel maggio 2011. Nespoli con Sojuz nel maggio 2011 e dicembre 2017, Vittori nell’aprile 2002 e aprile 2005. Per Luca Parmitano invece, entrambe le sue due missioni, finora svolte, lo hanno portato in orbita con la Sojuz, atterrando nel novembre 2013 la prima volta, e a febbraio 2020 la successiva.

Dalla partenza al rientro, quasi 6 mesi di intensa attività

Il rientro a Terra dell’equipaggio della Crew 4 era in programma per metà settembre. Ma il ritardo nel lancio del Crew 5, avvenuto poi il 5 ottobre scorso, ha aggiunto ulteriori giorni in orbita, dopo aver comandato dapprima il segmento americano ed europeo della Iss, ed è poi diventata comandante della ISS dallo scorso 28 settembre.

Il grande sogno di Samantha Cristoforetti era diventato realtà il 21 luglio alle 16,50, ora italiana. Quando sin da ragazzina, da accanita lettrice di romanzi di fantascienza a tema spaziale si immergeva in avventure cosmiche con astronauti che fluttuano nel vuoto cosmico, sognava un giorno di poter volteggiare nello spazio aperto, fuori dalla navicella o dal modulo spaziale. In sei ore di lavoro nel vuoto dello spazio, ha operato con il russo Oleg Artemijev.

Aggrappati al braccio robotizzato europeo Era, e girando assieme alla Stazione Spaziale Internazionale attorno alla Terra in un’ora e mezza. La prima, storica “passeggiata spaziale” di un’astronauta donna europea si è conclusa con quasi tutto (90 per cento) il faticoso lavoro che andava svolto e gli obiettivi da raggiungere. Ora per Samantha, al termine della sua seconda missione, a 45 anni, si aprono nuove prospettive future, così come per Luca Parmitano.

Con la Luna a fare capolino … in vista del prossimo futuro.

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