Per Artemis 1 si riprova a ottobre

Si cerca di riparare la perdita di idrogeno liquido che ha fermato il secondo tentativo di lancio della missione

La Luna dovrà ancora attendere per l’arrivo della nuova navicella euro-americana Orion. Dopo il nuovo stop del conteggio alla rovescia del 3 settembre, a causa di una perdita di idrogeno liquido, la partenza è rimandata a ottobre.

Problemi del genere erano stati già riscontrati sugli Space shuttle: d’altra parte, i potenti motori a idrogeno e ossigeni liquidi criogenici del primo stadio del grande razzo Space launch system (Sls) sono derivati da quelli della navetta spaziale. Ai tempi dello Shuttle, i ritardi erano nell’ordine dei giorni, perché l’obiettivo era l’orbita terrestre, ma dovendo puntare alla Luna, la situazione è più complessa e si devono attendere le “finestre di lancio” favorevoli.

La prossima finestra si aprirà dal 19 settembre al 4 ottobre, ma c’è un “conflitto di lancio”, perché il 3 ottobre parte un razzo Falcon 9 dalla rampa 39A, a poca distanza dalla 39B di Sls, con l’equipaggio che deve andare sulla Iss a dare il cambio a quello di Samantha Cristoforetti, in orbita da fine aprile. È impossibile fare due lanci ravvicinati. Quindi, di nuovo stop e nuova opportunità nella seconda metà di ottobre.

Le finestre di lancio non considerano solo la posizione della Luna, ma anche altri fattori, come le condizioni di luminosità sull’area che si vuole esplorare e orbitare. E per questo, oltre al calendario, occorre guardare anche l’orologio. Nei giorni favorevoli al lancio, ci sono solo due ore e mezza disponibili. Basta anche solo un ritardo di un’ora, per costringere a cambiare la direzione di lancio dal Kennedy Space Center, per poter raggiungere il punto preciso dell’orbita terrestre in cui accendere i motori per sganciarsi dall’attrazione terrestre e puntare verso la Luna.

Ai tempi dell’Apollo, l’angolo tra il nord e la direzione di lancio doveva essere compreso tra 72° e 108° (verso est), altrimenti l’equipaggio non avrebbe potuto effettuare un rientro nell’Oceano, in caso di emergenze. E con Artemis le procedure sono del tutto simili.

Il razzo Sls e la navicella Orion devono ora sottostare a una lunga serie di verifiche, per comprendere le cause – e ripararle – della perdita di idrogeno avvenuta in un raccordo a sgancio rapido della linea di alimentazione che vai ai motori. Questo comporterà lo svuotamento e riempimento di serbatoi e di tutto il carico del combustibile, che corrisponde all’85 per cento delle 2680 tonnellate al lancio.

Gli ingegneri stanno valutando due opzioni: sostituire i componenti del raccordo sospetto sulla rampa di lancio ed effettuare un mini test di rifornimento con idrogeno liquido per verificare le prestazioni senza perdite. Ma si pensa anche a riportare il razzo nel grande edificio Vab di assemblaggio, a 5 chilometri dalla piattaforma. Questo offrirebbe un riparo dalle intemperie e non richiederebbe il montaggio di un involucro ambientale per proteggere i componenti sensibili durante le riparazioni, ma così non si potrebbe testare il raccordo con l’idrogeno liquido. E comunque, entrambe le opzioni comportano un ritardo di diverse settimane.

Di conseguenza, anche per evitare il conflitto con il lancio del 3 ottobre, il lancio di Artemis 1 slitterà alla finestra che si aprirà dal 17 al 31 ottobre, a meno che non si riesca a trovare una soluzione per accelerare i lavori di riparazione.

In figura, i quattro motori RS-25 di Sls, derivati da quelli già utilizzati per gli Space shuttle. Pesanti 3,2 tonnellate ciascuno, sono alimentati con idrogeno e ossigeno liquidi, immessi dai serbatoi da turbopompe che raggiungono la pressione di 500 atmosfere. I motori operano tra la temperatura di -253 °C dell’idrogeno liquido e la temperatura di combustione di 3300 °C, superiore a quella di ebollizione del ferro, con velocità di scarico 13 volte maggiori della velocità del suono. Ognuno di essi fornisce una spinta di 1,8 milioni di newton per 8 minuti, durante i quali consuma 1400 litri di carburante al secondo.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto