Il primo pianeta ripreso da Webb è Giove!

A sorpresa, spunta un’immagine del gigante gassoso ottenuta durante i test

Il pianeta Giove ripreso dal James Webb Space Telescope durante il test di tracciamento di oggetti in movimento (NASA/ESA/CSA).

Insieme alle immagini ufficiali rilasciate il 12 luglio scorso, a sorpresa spunta un’immagine di Giove eseguita dal JWST durante la fase di test. L’immagine, non pubblicizzata, è contenuta nel documento che descrive le operazioni di messa a punto e le prestazioni scientifiche del nuovo telescopio spaziale.

Un lavoro durato per mesi

Che il team abbia lavorato con dedizione e cura, lo abbiamo appurato con l’assoluta eccellenza delle immagini presentate. Quello che può invece sfuggire al pubblico e che gran parte di quell’eccellenza finale è il frutto di un lungo lavoro di messa punto, sia durante la fase d’integrazione, sia dopo il lancio. Una parte fondamentale delle attività di commissioning è stata la caratterizzazione delle prestazioni dell’Osservatorio nello spazio negli ultimi sei mesi.

Tutto questo è descritto minuziosamente nel documento ufficiale Characterization of JWST Science Performance from Commissioning che contiene l’immagine del pianeta. Nello specifico, l’immagine infrarossa del pianeta è inserita nel Capitolo 3.5 che descrive le prestazioni per il monitoraggio di bersagli mobili.

Webb anche per gli oggetti del Sistema Solare

Apprendiamo così che lo JWST ha, tra le performance richieste, la capacità di inquadrare e tracciare oggetti in movimento nel Sistema solare con moto proprio sino almeno 30 miliarcosecondi per secondo (mas/s). Durante la fase di messa in servizio, l’inseguimento è stato testato alla velocità tra 5 mas/s e maggiori di 67mas/s. I test hanno permesso di verificare tale capacità d’inseguimento, inclusi il dithering e il mosaicking con esito pienamente positivo. Questo lascia intendere che durante tali operazioni sono stati puntati alcuni asteroidi.

Nessun test ha mostrato l’allungamento dei bersagli in movimento e la guida è stata sempre migliore di 2 mas, comparabile ai soggetti fissi nello spazio profondo. Anche la qualità dell’immagine era paragonabile a quella dei target fissi. Pure i test su soggetti più veloci sono stati molto soddisfacenti, con precisione di tracciamento comparabile ai bersagli più lenti. La possibilità di inseguire oggetti veloci espande le potenzialità scientifiche del JWST anche agli oggetti vicini alla Terra (NEA), come comete e asteroidi nonché gli oggetti interstellari. Tali possibilità diverranno pienamente operative nel corso dei prossimi cicli di osservazione.

Un occhio anche per i pianeti non visitati da sonde

Il potere risolutivo del Webb può essere convenientemente usato per il monitoraggio dei pianeti esterni che notoriamente sono difficili da raggiungere. Di Urano e Nettuno abbiamo solo le vecchie immagini ravvicinate del Voyager 2 e occasionali immagini del Telescopio Spaziale Hubble, oltre a quelle prese dal suolo con l’ottica adattiva presso i grandi Osservatori.

Ci si aspettava che l’osservazione di un pianeta luminoso fosse impegnativa e delicata. Quindi parte del lavoro è stato svolto inquadrando Giove con la NIRCam e con il FOV FGS-2. L’operazione ha avuto successo, nonostante la presenza di una certa quantità di luce diffusa in tutti i rivelatori di piano focale quando il pianeta era nel campo visivo dello specchio primario.

Meglio del previsto

Nonostante le immagini non fossero finalizzate, quelle ottenute sono di grande fascino e dettaglio. Come possiamo appurare, su Giove sono riconoscibili con buon dettaglio alcuni dettagli atmosferici, alcune sue lune e addirittura il debole e sottile anello!

A sinistra è mostrata l’immagine con filtro a banda stretta F212N (2,12 µm) e a destra con il filtro F323N (3,23 µm). Il tempo di esposizione è stato di 75 secondi.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.