Biden spoilera la prima immagine del JWST

Il Presidente USA ha presentato dalla Casa Bianca la prima immagine del telescopio spaziale James Webb: si tratta del Webb's First Deep Field

La prima immagine del JWST

Ieri sera, quando in Italia era già passata la mezzanotte, il Presidente americano Joe Biden, con un colpo di teatro che non ha precedenti nella storia della comunicazione scientifica, ha voluto rubare la scena al telescopio James Webb anticipando in diretta dalla Casa Bianca l’annuncio della prima delle cinque immagini che compongono il pacchetto che verrà rilasciato domani pomeriggio, alle 16.30 ora italiana, dal nuovo telescopio spaziale.

Immagine di fantasia del telescopio spaziale James Webb (JWST)

La prescelta

L’immagine scelta dal Presidente è stata quella del cluster SMACS 0723, un gruppo di ammassi di galassie in primo piano che ingrandiscono e distorcono la luce degli oggetti lontani dietro di loro dimostrando ancora una volta, casomai ce ne fosse bisogno, la correttezza delle previsioni della teoria della relatività di Albert Einstein a proposito della distorsione dei raggi luminosi operata dalla presenza di una massa importante posta lungo la linea di vista dell’osservatore. Un’immagine molto profonda, nella quale migliaia di galassie, inclusi gli oggetti più deboli mai osservati nell’infrarosso, sono apparse per la prima volta alla vista del Webb. La porzione di cielo coperta dall’immagine è grande circa come un granello di sabbia tenuto alla massima estensione di un braccio di un uomo, ha precisato l’amministratore delegato della Nasa Bill Nelson, presente accanto alla vicepresidente Kamala Harris, che aveva iniziato la presentazione.

Le altre immagini

Si sa da giorni che le altre immagini riguardano invece il cosiddetto Quintetto di Stephan, un obiettivo ben noto anche agli appassionati astrofotografi, la Nebulosa Carina, invisibile dalle nostre latitudini, che avvolge la stella Eta Carina e racchiude come in un bozzolo una stella binaria la cui componente principale è una gigante che forse esploderà in supernova nel prossimo milione di anni, la Southern Ring Nebula, una nebulosa planetaria estesa per circa mezzo anno luce e lontana circa duemila anni luce da noi nella costellazione delle Vele. E, infine, lo spettro dell’esopianeta WASP-96 b, un pianeta gigante situato a quasi 1150 anni luce dalla Terra nella costellazione della Fenice con circa la metà della massa di Giove ma molto più vicino alla sua stella dato che orbita attorno al suo sole ogni 3,4 giorni. Come altri suoi simili è stato scoperto grazie alla cosiddetta tecnica dei transiti, cioè passa periodicamente davanti al disco della sua stella oscurandone in piccola parte la luce e permettendo dunque di essere rilevato proprio grazie ai piccoli cali di luminosità provocati dai suoi passaggi.

Una qualità strabiliante

Già dalla prima immagine – quella appunto del Webb’s First Deep Field come è stata subito chiamata l’immagine profonda – il paragone con altri strumenti, come il telescopio spaziale Spitzer, che aveva ripreso il medesimo campo profondo alcuni anni fa, è sorprendente. E forse non poteva non esserlo visto l’incredibile circo mediatico costruito ad arte dalla Nasa e destinato a crescere ancora dopo la presentazione di Biden.

Confronto fra un’immagine ripresa dallo strumento IRAC del telescopio spaziale Spitzer (a sinistra) e dal nuovo telescopio spaziale James Webb tramite lo strumento MIRI (a destra) della stessa porzione di cielo profondo.

Chissà, forse le altre quattro immagini saranno meno strabilianti di questa “prima”. O forse lo saranno ancora di più. Basta attendere qualche ora e sapremo il resto della storia. Perché di Storia, in fondo, si tratta.

Confronto fra le dimensioni degli specchi principali del Telescopio Spaziale Hubble e dello James Webb Space Telescope

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