Chandrayaan 2 riprende i siti di allunaggio

Le immagini sono più dettagliate di quelle ottenute dal Lunar Reconnaissance Orbiter

I modoli di allunaggio degli Apollo 11 e 12. Nostra elaborazione delle immagini rilasciate dall'agenzia indiana ISRO e ottenute dalla sonda Chandrayaan-2 Orbiter. (Elaborazione: G. Donatiello)

I teorici del complotto hanno adesso da inventarsi qualche nuovo escamotage per sostenere che gli astronauti non siano mai sbarcati sulla Luna. Non tanto per le immagini che, come qualsiasi cosa, possono essere manipolate con grande abilità da chi ne abbia la competenza, bensì per la fonte non autoreferenziale delle nuove straordinarie immagini che proponiamo.

A riprendere i siti di allunaggio delle missioni Apollo 11 e 12 è stata, infatti, la sonda indiana Chandrayaan 2, in orbita attorno alla Luna, che è riuscita a riprendere, con grande nitidezza, i due moduli di atterraggio, più di quanto abbia fatto il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) qualche anno fa.

Il sito di atterraggio di Apollo 11

Apollo 11 e la sua telecamera

Nell’immagine riferita ad Apollo 11, possiamo nettamente distinguere le ombre delle quattro razze metalliche nel modulo di discesa. La cosa è davvero notevole perché esse hanno un diametro di soli 18 cm. Si percepiscono anche i giochi di luce dovuti alla scaletta, a sinistra del modulo. I piccoli punti luce sono riconducibili ai sistemi di sopravvivenza dell’equipaggio, portati sulle spalle durante la loro passeggiata lunare. Questi strumenti furono abbandonati poco prima del ritorno per alleggerire la capsula di rientro.

La famigerata bandiera americana solennemente issata da Neil Armstrong e Buzz Aldrin non è visibile, ma c’è una spiegazione più che plausibile. Secondo Aldrin, al momento del decollo, fu abbattuta dai violenti gas di scarico emessi dal motore del modulo, forse proiettata da qualche parte nei paraggi e ricoperta dalla regolite (la polvere finissima presente sulla superficie lunare).

Altrettanto, non si vede nemmeno la telecamera che permise ai telespettatori di seguire le gesta dei due astronauti e il decollo nella fase di rientro dal suolo, ma si percepisce l’ombra dl sostegno in alto a sinistra, come una piccola riga orizzontale.

Il particolare più interessante è tuttavia il piccolo punto lucente. Questo dettaglio è addirittura il riflettore laser (o forse il sismometro) tuttora utilizzati per determinare con incredibile precisione la distanza della Luna. Questo viene fatto regolarmente in Italia dal Centro di Geodesia Spaziale di Matera.

Il sito di allunaggio dell’Apollo 12

Apollo 12, la sua bandiera e la sua parabola satellitare

Chandrayaan 2 ha ripreso anche il sito dell‘Apollo 12, occupato da Pete Conrad e Alan Bean nell’Oceano delle Tempeste, nel novembre 1969. Anche in questa immagine, grazie alle lunghe ombre proiettate dalla bassa luce solare, possiamo distinguere dettagli davvero sorprendenti.

Sono facilmente identificabili anche qui i sistemi di sopravvivenza ai piedi della scaletta. Con grande sorpresa, la bandiera americana in questo sito è rimasta ritta benché spezzata. Lo stendardo proietta infatti un’ombra triangolare a nord del modulo di discesa.

L’ombra grigia, quasi a metà strada, è quella dell’antenna ad alto guadagno di 3 metri costituita da rete metallica con apertura ad ombrello.

In questa vista più ampia, oltre al modulo dell’Apollo 12, si scorge la sonda Surveyor 3, proprio sul bordo del cratere. La straordinaria risoluzione permette di seguire le tracce degli astronauti.
(Cortesia: Indian Space Research Organisation)

In questa immagine, la geometria dell’illuminazione è abbastanza favorevole da far riconoscere pure le tracce lasciate dagli astronauti che più volte si sono mossi sul sito per raggiungere la sonda Surveyor 3, atterrata non lontano, qualche tempo prima dell’Apollo.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.