Il secondo pianeta confermato di Proxima Centauri

Il sistema planetario più vicino al nostro diventa sempre più ricco

Illustrazione di fantasia del nuovo esopianeta scoperto intorno alla stella Proxima Centauri. (ESO/L. Calçada)

Un gruppo di astronomi, mediante il Very Large Telescope (VLT) dell’Eso, ha potuto confermare la presenza di un secondo pianeta intorno alla stella più vicina al Sole, cioè la nana rossa Proxima Centauri, a 4,2 anni luce.

La stella più luminosa in questa immagine è il sistema doppio Alpha Centauri AB, dentro il cerchietto è mostrata la terza componente del sistema, la stella nana rossaProxima Centauri, la stella più vicina al Sistema Solare. L’immagine è stata creata da immagini che fanno parte del Digitized Sky Survey 2. (ESO, Dss2, Davide De Martin, Mahdi Zamani )

Un sistema di tre pianeti

Denominato Proxima d, il nuovo esopianeta si aggiunge al già conosciuto Proxima b e Proxima c, ancora in attesa di conferma. Proxima d è il meno massiccio tra i tre, con circa un quarto la massa della Terra e si trova più interno rispetto alla zona abitabile, vale a dire la regione in cui l’acqua, se presente in superficie, può rimanere liquida. Il nuovo esopianeta orbita infatti ad appena 4 milioni di Km dalla sua stella con un periodo di rivoluzione di soli cinque giorni.

“La scoperta mostra che il sistema della stella più vicina a noi sembra essere affollato di nuovi mondi interessanti, alla portata di ulteriori studi ed esplorazioni future”, dice il portoghese João Faria, primo autore dello studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics con cui è stata annunciata la scoperta.

Proxima Centauri ospita infatti già un pianeta di massa paragonabile alla Terra, confermato nel 2020 in zona abitabile, con un periodo di 11 giorni. Il candidato Proxima c invece sarebbe più distante e con un periodo di rivoluzione di circa 5 anni, quindi più difficile da confermare.

Illustrazione artistica del sistema di Proxima Centauri con i sui tre pianeti. Proxima c è ancora da confermare ed sarebbe il più distante dalla nana rossa. (ESO/L. Calçada)

Merito dello spettrografo Espresso

Sia b sia d sono stati confermati attraverso lo spettrografo ad alta risoluzione Echelle SPectrograph for Rocky Exoplanets and Stable Spectroscopic Observations (Espresso) installato sul VLT. Per via delle piccole dimensioni, Proxima d ha richiesto una serie di osservazioni per essere confermato come segnale reale e non un artefatto.

“Dopo aver ottenuto nuove osservazioni, siamo stati in grado di confermare che questo segnale corrispondeva a un nuovo candidato pianeta”, afferma Faria. “Ero emozionato dalla sfida di trovare un segnale così debole e, nel frattempo, di scoprire un esopianeta così vicino alla Terra”.

Un pianeta leggero

Proxima d è ad oggi l’esopianeta meno massiccio confermato mediante la tecnica della velocità radiale, ovvero rilevando le minuscole oscillazioni nel movimento di una stella create dall’attrazione gravitazionale di un pianeta in orbita. Per Proxima d tale valore è di 40 centimetri per secondo (1,44 chilometri l’ora) ed è indicativo delle potenzialità di Espresso nel rivelare pianeti di piccola massa.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 351 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.