Space Economy ancora protagonista al Festival dello Spazio di Busalla

DALL’AGRICOLTURA DA SATELLITE, ALLA PRODUZIONE DELL’ACQUA NELLO SPAZIO

È giunto alla sua quinta edizione. Tanto che per celebrarne il primo lustro ne è stato appena pubblicato un libro. Il Festival dello spazio di Busalla, nella città metropolitana di Genova, riparte anche quest’anno sotto il segno della Space Economy, alla quale sono dedicate molte delle sessioni in programma dall’8 all’11 luglio. Dalle osservazioni della Terra nell’ambito dell’agricoltura, ai radiotelescopi sulla Luna, dalle prospettive future dell’Europa e dell’Italia in campo spaziale, ai futuri insediamenti su Marte, anche quest’anno l’evento, con mostre, conferenze e iniziative “esterne”, avverrà con sede a Villa Borzino, a Busalla (figura).

Una collinetta che ospita un grande parco (e un alberello piantato da Paolo Nespoli nel 2018), e la Villa settecentesca che accoglie la sala convegni, quella per le mostre, per la realtà virtuale e tutti i servizi necessari alla 4 giorni spaziale. Saranno rispettate anche quest’anno le regole anti-covid, con ingressi contingentati, per i quali si consiglia la prenotazione al sito del Festival.

Partito con la prima edizione nel 2017 per celebrare i 25 anni dalla missione del primo astronauta italiano Franco Malerba (busallese di nascita, figura), l’appuntamento è ormai diventato un vero e proprio punto d’incontro estivo, in cui esperti dei vari settori dell’astronautica illustrano i loro progetti e il pubblico di appassionati ha occasione per incontrare i protagonisti delle scienze e tecnologie spaziali.

Nel luglio e agosto del 1992 Busalla era una cittadina in festa, stracolma di bandiere italiane e degli Usa, e con l’immagine di Malerba raffigurata un po’ ovunque, e con giornalisti provenienti da tutta Italia ed Europa. E la vocazione spaziale di Busalla è ritornata grande “grazie ad un’iniziativa partita quasi per gioco” – spiega l’assessore di Busalla Fabrizio Fazzari nel libro dedicato alla storia del Festival dello spazio, pubblicato pochi giorni fa da Sagep – “Noi volevamo realizzare un piccolo museo dello spazio con i cimeli della missione di Franco, che però ci propose questo progetto. Siamo partiti cinque anni fa e ora siamo di nuovo qui a riproporlo”.

Anche quest’anno circa 30 conferenze, un premio per studenti universitari, e una tavola rotonda con 10 autori di libri recenti a tema spaziale arricchiscono il Festival. E uno dei focus dell’edizione di quest’anno riguarderà l’imminente ritorno alla Luna e il sogno Marte che non resta in un cassetto, ma che tra compagnie private e le numerose missioni delle agenzie spaziali con sonde robotizzate e rover, resta tra le priorità del futuro prossimo dell’esplorazione spaziale: “Gli ingegneri di Thales Alenia Space illustreranno i piani per la costruzione di moduli abitati attorno alla Luna, e di future stazioni abitate sulla superficie del nostro satellite – spiega Franco Malerba, creatore del Festival con il supporto dell’assessore Fazzari, durante la presentazione a Genova organizzata dalla Regione Liguria – Il programma Nasa Artemis è in pieno svolgimento e Thales Alenia Space, forte dell’esperienza maturata nella progettazione dei moduli della Stazione spaziale internazionale, è riuscita ad accaparrarsi il contratto Grumman per un elemento importante della stazione orbitante lunare Gateway. Ma al Festival dello Spazio ci spingeremo ancora più lontano, grazie alla presenza degli stand del progetto Rebus e della startup Space V, idealmente collegati tra loro, che anticipano un tema importante: quello delle coltivazioni nello spazio”.

Il progetto Rebus (Resource Bio Utilization) coinvolge Cnr, Enea, Thales Alenia Space, Telespazio e molte università: a Busalla sarà presente la responsabile scientifica, Stefania De Pascale, docente di orticoltura e floricoltura al dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli. Il progetto mira a inventare il modo per produrre vegetali come cereali, patate e soia in terreni ostili quali, appunto, quelli della Luna e di Marte.

“La disponibilità di cibo fresco a bordo – spiega Malerba, che andò in orbita sullo Space shuttle nel 1992 – è di grande valore per gli astronauti, siano essi in viaggio nel lungo itinerario per raggiungere Marte, oppure stabili su una base lunare o marziana. Questo non soltanto per gli aspetti nutritivi, ma anche per produrre ossigeno a spese dell’anidride carbonica e per filtrare l’acqua attraverso la traspirazione delle piante stesse”. La giornata di sabato 10 sarà dedicata all’acqua: quella da produrre nello spazio, da inviare in orbita e da produrre nelle future basi lunari e marziane. A Busalla vi saranno molte presentazioni di progetti futuri: Morena Bernardini, di Arianegroup, presenterà il prossimo, potente razzo europeo Ariane 6 e le strategie commerciali di Ariane.

Da quest’anno c’è anche un concorso indetto per giovani studenti dal titolo “Le motivazioni dell’esplorazione umana nello spazio”. I tre finalisti che esporranno i loro elaborati il 9 luglio sono gli studenti universitari Luca Michele Martulli, Marco Borghi e Chiara Nugnes: tra loro verrà dunque annunciato il nome del vincitore cui spetterà un premio in denaro. Sarà don Giuseppe Tanzella-Nitti, sacerdote e astrofisico, tra i relatori del Festival, a svolgere il ruolo di voce della giuria, raccontando il percorso scelto per arrivare a decretare i finalisti e, dunque, l’elaborato vincitore.

Faranno da cornice al Festival, molti eventi “esterni” che si svolgeranno in serata, come le osservazioni astronomiche a cura dell’Osservatorio del Righi, a cura di Walter Riva, direttore responsabile di Cosmo, osservazioni e viaggi spaziali virtuali da parte dell’Osservatorio di Genova – Sestri Ponente, e l’inaugurazione della stazione remota del telescopio dell’Osservatorio del Monte Antola (figura).

Struttura da troppi anni ferma e inutilizzata per una grave avaria alla cupola che, nei mesi scorsi, è stata sostituita a cura dell’Ente Parco Antola, l’Osservatorio è tornato finalmente alla piena operatività e proprio l’inaugurazione busallese ne sancirà, a tutti gli effetti, il completo ripristino: “Il telescopio dell’Antola è in uno strumento magnifico nella sua categoria – spiega Franco Malerba – Si tratta di un telescopio a specchi multipli, con uno specchio primario da 800 millimetri, di tipo Cassegrain, in configurazione Ritchey-Chrétien, che consente grandi lunghezze focali in dimensioni fisiche contenute. È dotato di una cupola del diametro di 6 metri e di motori capaci di imprimere una rotazione veloce fino a 20° al secondo. Si tratta di uno dei telescopi ottici più potenti installati in Italia in una struttura pubblica”.

Vedi il programma completo, al sito del Festival.

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