Incontri gravitazionali del terzo tipo

SCOPERTI DUE SISTEMI FORMATI DA UN BUCO NERO E UNA STELLA DI NEUTRONI

Il cielo nelle onde gravitazionali è sempre più ricco. Dopo i segnali prodotti dallo scontro e fusione fra buchi neri e fra stelle di neutroni, è arrivato il momento dei sistemi “misti”. Gli scienziati delle collaborazioni Ligo, Virgo e Kagra hanno annunciato la scoperta di due sistemi formati da un buco nero e una stella di neutroni. Questa scoperta rappresenta un’importante conferma dell’esistenza di questi sistemi binari misti, mostrando come le onde gravitazionali possano aiutare a studiare gli oggetti più estremi dell’Universo.

La rivelazione dei due segnali è avvenuta nel corso della terza campagna osservativa congiunta fra gli osservatori Ligo e Virgo, conclusa nel marzo 2020 dopo un anno di raccolta dati. Il primo evento, denominato GW200105, è stato rivelato il 5 gennaio 2020 da Virgo e dall’osservatorio Ligo a Livingston, mentre il secondo, GW200115, è stato “visto” dieci giorni dopo da Virgo e da entrambi i rivelatori Ligo.

Studiando le onde gravitazionali prodotte da questi eventi è stato possibile determinare i parametri fisici delle sorgenti, confermando che il primo è stato prodotto da un buco nero di 8,9 masse solari e da una stella di neutroni di 1,9 masse solari. Il secondo evento è stato prodotto da oggetti rispettivamente di 5,7 e 1,5 masse solari per il buco nero e la stella di neutroni. Entrambi gli eventi sono avvenuti a grande distanza da noi, nell’ordine del miliardo di anni luce.

“Questa scoperta è un’altra gemma nel tesoro rappresentato dalla terza serie di osservazioni condotte da Ligo-Virgo”, ha commentato Giovanni Losurdo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, portavoce della collaborazione internazionale Virgo, “Ligo e Virgo continuano a svelare eventi catastrofici mai osservati finora, contribuendo a far luce su un paesaggio cosmico finora inesplorato. Ora stiamo aggiornando i rivelatori con l’obiettivo di guardare ancora più lontano nel cosmo, per una comprensione più profonda dell’universo in cui viviamo”.

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