C/2014 UN271, la cometa gigante

Ha un grande nucleo, ma non sarà una "grande cometa"

Immagine in cui è stata scoperta la nuova cometa (DECaLS)

Con la Dark Energy Survey (DES), svolta con il Víctor M. Blanco Telescope di 4m installato nel complesso del Cerro Tololo in Cile, sono stati sondati 5000 gradi quadrati di cielo. I 570 Megapixel della DECam, una mastodontica schiera di CCD in grado coprire 3° di campo reale per volta, hanno catturato la luce di circa 300 milioni di galassie e rilevato circa 16 miliardi di sorgenti.

Nei dati DES ci sono tutti i tipi di sorgenti, dalle galassie primordiali agli asteroidi, e un’analisi completa è ben lungi dall’essere terminata. Oltre ad aver permesso la scoperta di oggetti galattici ed extragalattici, la DECam ha consentito di trovare un gran numero di asteroidi e comete.

L’ultima perla è la cometa C/2014 UN271 (Bernardinelli-Bernstein), un oggetto davvero speciale con più di un motivo d’interesse.

C/2014 UN271, come si evince dalla sigla, è stata trovata in dati del 2014 e poi rintracciata in 32 immagini successive raccolte durante le operazioni di DES. La qualità dei dati è stata sufficiente per ricavare due notevoli evidenze: l’oggetto percorre un’orbita molto allungata con afelio nella Nube di Oort (il serbatoio dei nuclei cometari) ed è intrinsecamente grande, con un diametro stimato tra 100 e 200 Km.

Benché nei dati non ci fosse evidenza di attività cometaria, per via dell’orbita, gli scopritori hanno comunicato la scoperta di una nuova cometa in avvicinamento verso il Sistema Solare interno. Nei giorni seguenti l’annuncio, nonostante la debole luminosità del lontano corpo celeste, osservazioni profonde di follow-up, anche amatoriali, hanno permesso la rivelazione di una debole chioma.

C/2014 UN271 è tuttavia una cometa non comune e non si avvicinerà alla nostra stella più di quanto non faccia Saturno. Mantenendosi così lontana, svilupperà certamente una chioma ma non diventerà abbastanza luminosa da essere un oggetto notevole a occhio nudo. Anzi, sarà una cometa essenzialmente telescopica, ben lontana dall’essere una”grande cometa”, vale a dire uno di quegli astri chiomati ben visibili a occhio nudo per alcune settimane.

Il motivo di vero interesse consiste comunque nelle caratteristiche fisiche della Bernardinelli-Bernstein (dai nomi degli scopritori, Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein, dell’Università della Pennsylvania). Intanto, la sua orbita (figura sopra), quasi ortogonale all’eclittica, la porta a circa 40mila Unità Astronomiche (UA) dal Sole, cioè a circa 0,6 anni luce di distanza, ed ha impiegato 1,3 milioni di anni per arrivare alla distanza attuale, pari a 20 UA, corrispondenti alla distanza di Nettuno. Al momento della scoperta, l’oggetto era a circa 29 UA e continuerà ad avvicinarsi al Sole sino al 2031, data del perielio.

Con almeno 100 Km di diametro, sarebbe il più grande nucleo cometario mai osservato e toglierebbe il titolo alla ben nota cometa C/1995 O1 (Hale-Bopp), il cui nucleo fu stimato essere di circa 60 Km.

Oggetti come C/2014 UN271 potrebbero essercene altri al perielio nella zona dei TNO. Tenendosi ben lontani dal Sole sarebbero anche difficili da rivelare e studiare pure per i telescopi professionali.

Appurato che Bernardinelli-Bernstein non potrà mai essere un grande cometa luminosa, astronomi e appassionati si stanno domandando quanto potrà essere luminosa intorno al perielio.

In questo periodo è di magnitudine 20 e crescerà in luminosità piuttosto lentamente nei prossimi anni. Considerando l’albedo medio di un nucleo cometario, in assenza di forte attività, anche nella migliore delle ipotesi, la sua luminosità non dovrebbe essere maggiore della magnitudine 12. In realtà non abbiamo ancora dati affidabili sull’albedo di quest’oggetto che potrebbe riflettere meglio la luce del Sole.

Tuttavia la luminosità di una cometa non dipende dall’albedo del suo nucleo bensì dalla quantità di gas e polveri nella chioma. Grandi nuclei producono più polveri e questo comporta una maggiore brillanza complessiva. Per capire quanto la produzione di polveri possa far salire notevolmente la luminosità di una cometa, basterà pensare alla 17/P Holmes che, nel novembre 2007, raggiunse la perfetta visibilità a occhio nudo (mag 2,8), mentre le effemeridi la davano molto difficile anche per un grosso telescopio amatoriale.

C/2014 UN271 ha le caratteristiche per essere un oggetto molto attivo, con molte analogie ad Hale-Bopp che, ben prima del perielio, manifestava una notevole attività quando era ancora all’altezza dell’orbita di Giove ed già ben visibile con strumenti amatoriali sin dalla sua scoperta. Bernardinelli-Bernstein potrà avere un simile sviluppo fotometrico, tale da renderla un oggetto almeno facile con strumentazione amatoriale? Difficile da dire per ora, ma ci sono buone speranze che in extremis ci potrà essere occasione per seguire un oggetto così atipico.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto
Informazioni su Giuseppe Donatiello 353 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.