Betelgeuse: caso chiuso!

Risolto il mistero del recente calo di luminosità della supergigante rossa

Ci siamo occupati spesso del calo luminoso di Betelgeuse, la stella Alfa nella costellazione di Orione, manifestato tra la fine del 2019 e i primi mesi del 2020. In controtendenza, avevamo escluso la possibilità che il fenomeno fosse il preludio di un’imminente esplosione e avevamo correttamente ipotizzato che fosse dovuto alla presenza di nubi opache interposte lungo la nostra direzione di vista.

Quell’ipotesi ha trovato nei mesi successivi sempre più conferme, tuttavia restava da chiarire se la coltre di polveri era stata prodotta dalla stella nel corso di un’eruzione, oppure si trattava di una nube in orbita. La presenza di quell’estesa formazione di polveri nei pressi della stella è nota da molto tempo ed era stata identificata mediante osservazioni in infrarosso.

Un team di astronomi ha pubblicato nuove immagini del disco stellare, ottenute sfruttando la spettacolare risoluzione raggiungibile mediante lo strumento Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch (SPHERE) applicato al Very Large Telescope (VLT) dell’ESO, che non solo mostrano nettamente la superficie della supergigante rossa ma pure com’è mutata la sua luminosità nel corso delle settimane.  

Una più completa analisi dei dati, eseguita da Miguel Montargès e collaboratori, mostra nettamente che la stella era parzialmente occultata da una nube di polveri. Il team ha, infatti, seguito la stella nel corso di quello che ormai viene chiamata Grande Oscuramento, catturando altre due immagini nel gennaio e nel marzo 2020. Appena un mese dopo, ad aprile, la stella è ritornata alla sua luminosità ordinaria.

Queste immagini, ottenute con lo strumento SPHERE sul Very Large Telescope dell’ESO, mostrano la superficie della stella supergigante rossa Betelgeuse durante il suo oscuramento senza precedenti, avvenuto tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. La luminosità è tornata alla normalità nell’aprile 2020 .

Per la prima volta, abbiamo visto l’aspetto di una stella cambiare in tempo reale su una scala di settimane“, ha dichiarato Montargès. Quelle ottenute sono le uniche immagini che mostrano la superficie di Betelgeuse e di come sia cambiata nel tempo.

La nube polverosa sembra essere stata emessa dalla stella in corrispondenza di un calo di temperatura superficiale. Le supergiganti rosse sono, infatti, stelle dalla superficie irregolare, ben lontana da uno sferoide, e manifestano macro-celle convettive a temperature differenti. Le regioni più fredde sono sede di perdita di materia che vanno a formare cirri di polveri in allontanamento.

Il team sostiene che, qualche tempo prima del Grande Oscuramento, la stella ha espulso una di queste bolle di gas, condensatasi in polveri a una certa distanza dalla stella, provando che la formazione di queste nubi può avvenire rapidamente e vicino alla stella.

Benché Betelgeuse sia destinata a diventare una brillante supernova tra molte migliaia di anni, gli astronomi non sanno quali siano i segni premonitori di un’imminente esplosione stellare, ma di certo, il calo luminoso come quello esibito dalla stella, in modo definitivo, non aveva alcuna correlazione con un simile evento.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 353 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.