Le nubi molecolari non sono tutte uguali

Mappati più di 100mila vivai stellari nell’universo locale

Le principali fabbriche di stelle sono le nubi molecolari che in gran numero osserviamo lungo i bracci della Via Lattea. Queste regioni sono talmente dense e scure da assorbire la luce delle stelle nascenti; ciò nonostante, possono essere sondate in altre regioni dello spettro elettromagnetico, in particolare in infrarosso e nel dominio radio.

Grazie all’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) in Cile, gli astronomi della collaborazione internazionale Phangs (Physics at High Angular Resolution in Near GalaxieS), hanno mappato e censito circa 100mila nubi molecolari poste in 90 galassie relativamente vicine, scoprendone aspetti notevolmente insoliti.

Una delle evidenze più sorprendenti è l’ampia diversificazione che tali regioni sembrano esibire, manifestando un proprio carattere che i ricercatori hanno notato dipendere dal tipo di galassia ospite e dalla posizione nella stessa. Ogni galassia sembra possedere una propria identità che conferisce una sorta di profilo di attività per le regioni di formazione stellare.

Grazie all’altissima qualità dei dati raccolti da Alma tra il 2013 e 2019, per la prima volta sono state ottenute immagini nelle onde radio millimetriche con risoluzione comparabile a quella ottica, a tal punto da poter essere combinate. I risultati preliminari sono stati presentati nel corso del 238° Meeting dell’American Astronomical Society e confluiti in dieci distinti articoli scientifici.

Immagine composita della galassia spirale NGC 4535 in cui i dati radio di Alma sono sovrapposti all’immagine visuale. Le nubi molecolari sono mostrate in tonalità calde.

Già confrontando i primi dati, emerge nettamente come le nubi molecolari non siano uniformemente distribuite, ma sembrano occupare alcune parti delle galassie ospiti. Le nubi poste nelle dense regioni centrali delle galassie sono mediamente più massicce, dense e turbolente al confronto con quelle residenti nelle regioni più periferiche. Anche la durata ed evoluzione di tali regioni dipenderà dal loro ambiente e dal tipo di stelle prodotte.  

La zona di formazione influenzerà quindi la fisica e la chimica della nuova stella, conferendole una specie di etnia. Comprendere il modo in cui si formano stelle e pianeti e come la galassia ospite influenzi tale processo, è di fondamentale importanza astrofisica. L’origine di questo comportamento permetterà di modellare al meglio l’evoluzione galattica e la cronologia della formazione stellare, avendo come riferimento un ampio campione statistico distribuito in vari tipi di galassie.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto
Informazioni su Giuseppe Donatiello 351 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.