
La Nasa ha finanziato con 500mila dollari gli studi per la costruzione di una struttura da un chilometro di diametro sul lato nascosto del nostro satellite, il Lunar Crater Radio Telescope (Lcrt). Un osservatorio con l’obiettivo primario di raccogliere le radiazioni a onde lunghe provenienti dal periodo precedente alla formazione delle stelle, l’Era Oscura. Osservare questi segnali potrebbe aprire una nuova comprensione dell’evoluzione dell’Universo primordiale, ma non sono mai stati studiati approfonditamente in quanto invisibili dalla Terra.
“I radiotelescopi sulla Terra non possono vedere le onde radio cosmiche più ampie di 10 metri a causa della nostra ionosfera, quindi c’è un’intera regione dell’Universo che semplicemente non possiamo vedere”, ha dichiarato Saptarshi Bandyopadhyay, ricercatore capo del progetto Lcrt. La soluzione è quindi sfruttare la struttura di un cratere lunare, possibilmente sul lato nascosto del nostro satellite, in modo da schermare tutto il rumore creato dalle comunicazioni terrestri.
Sarebbe impensabile trasportare dalla Terra pesanti pannelli riflettenti per ricoprire il cratere, quindi il team Nasa ha proposto di usare una più leggera rete metallica da dispiegare con l’aiuto dei rover DuAxel, composti da due robot connessi da un cavo estensibile. Mentre una metà rimane ancorata al bordo, l’altra riavvolge il cavo ed estende la rete. Di più difficile attuazione è la sospensione sopra il cratere dell’antenna ricevente. Basterà la forza automatizzata dei rover o sarà necessaria la presenza umana? Per elaborare soluzioni a questa e ad altre difficoltà, il progetto ha ricevuto il finanziamento della durata di due anni. La proposta fa infatti parte dei progetti in fase 2 del Nasa Institute for Advanced Concepts, un incubatore per idee attuabili nei prossimi 10-40 anni. Le motivazioni del finanziamento stanno nel grande impatto che uno strumento del genere avrebbe sulla nostra comprensione del cosmo: “Potremmo seguire i processi che hanno portato alla formazione delle prime stelle” ha dichiarato Joseph Lazio, radioastronomo della Nasa, “forse anche trovare indizi sulla natura della materia oscura”.