Frammenti di Theia nella Terra?

Nel mantello terrestre potrebbero trovarsi i resti della "madre" della Luna

Si pensa che la Luna si sia formata a seguito di un colossale impatto con la Terra di un oggetto grande quanto Marte, chiamato Theia, circa 4,5 miliardi di anni fa. Formulata nel 1975, tale ipotesi è stata gradualmente perfezionata, anche attraverso l’utilizzo di complesse simulazioni al computer.

È stato appurato che l’impatto sia avvenuto a bassa velocità relativa con angolo molto obliquo e ciò favorì la formazione di un denso anello di materiale fuso in orbita, composto quasi per intero dal materiale del planetoide. Da quell’anello, in capo a poche migliaia di anni, per progressivo accrescimento, prese forma l’attuale Luna.

Adesso un team di scienziati dell’Arizona State University, nel corso della Lunar and Planetary Science Conference di quest’anno, suggerisce che certi misteriosi accumuli di materiale nel mantello terrestre, le Grandi Province a Bassa Velocità di Taglio (LLSVP), potrebbero essere spiegate come vestigia di Theia.

Non è la prima volta che queste strutture sono messe in relazione con il grande impatto, ma è la prima volta che la loro formazione viene descritta in dettaglio. Le LLSVP s’innalzano per centinaia di chilometri nel materiale fuso del mantello terrestre e rappresentano circa il 6% dell’intero volume della Terra (figura). Del mantello rappresentano la parte più densa poiché le onde sismiche rallentano quando le attraversano. La maggiore densità delle LLSVP spiega anche perché siano poste alla base del mantello, al confine con il nucleo esterno di ferro.

Il gruppo è giunto a tale conclusione dopo aver costruito un modello con cui è stata simulata la struttura della giovanissima Terra e la collisione con un oggetto, di dimensioni marziane o maggiori, dotato di un denso nucleo ricco di ferro. Nel corso della collisione, Theia finisce quasi completamente distrutto, con molto del suo materiale eiettato nello spazio ma rimasto in orbita per l’insufficiente velocità di fuga. Con esso si formerà un disco di detriti da cui si formerà il nostro satellite. Parte di Theia, però, penetra in grossi blocchi nel mantello terrestre, finendone inglobato. Nel tempo, i frammenti si fondono insieme e gradualmente precipitano verso il centro formando le attuali LLSVP.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 351 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.