Apophis non è più un pericolo

ALMENO PER IL PROSSIMO SECOLO NON CI SONO RISCHI DI COLLISIONE

Gli ansiosi possono stare più sereni: l’asteroide 99942 Apophis non colpirà più la Terra, almeno per tutto il prossimo secolo. L’ha stabilito la Nasa dopo aver esaminato i dati radar raccolti durante l’ultimo avvicinamento dell’oggetto alla Terra.

Apophis, dopo la scoperta avvenuta nel 2004, era stato indicato come uno degli asteroidi più pericolosi e con alto rischio d’impatto nel 2029. Quelle previsioni erano frutto di dati poco precisi, poiché l’orbita non era conosciuta con sufficiente esattezza quindi, grazie alle osservazioni eseguite negli anni seguenti, si potè escludere la collisione del 2029. Tuttavia, l’attenzione si spostava verso a un particolare avvicinamento dell’oggetto previsto nel 2036 da cui, se fosse passato lungo una particolare traiettoria, si sarebbero create le condizioni per una collisione quasi certa nel 2068.

Apophis è un oggetto irregolare di circa 340 m, pertanto non uno di quelli in grado di scatenare sconvolgimenti climatici ed estinzioni in massa, in ogni caso capace di produrre gravissimi danni locali sino a centinaia di chilometri dal punto d’impatto, in cui si formerebbe un cratere largo 5 km.

Nei primi giorni di marzo di quest’anno, l’oggetto è transitato nuovamente vicino alla Terra, alla rassicurante distanza di 17 milioni di chilometri (44 volte la distanza Terra-Luna), abbastanza da consentire precisissime misure astrometriche mediante tecniche radar, usando l’antenna paraboloide di 70 metri di diametro presso il Goldstone Deep Space Communications Complex della Deep Space Network vicino a Barstow, in California.

La tecnica è simile a quella utilizzata dai radar comuni: s’indirizza un potente fascio di radioonde e se ne raccoglie il segnale riflesso con la stessa antenna che l’ha irradiato. In questo caso, però, Goldstone ha lavorato in sinergia con il Green Bank Telescope con paraboloide di 100 metri nel West Virginia.

Grazie alle osservazioni radar, se le circostanze sono favorevoli, oltre a precise stime di distanza, si possono raccogliere anche informazioni sulla morfologia superficiale dell’oggetto e costruire un’immagine con risoluzione di pochi metri. Allo scopo di eseguire l’imaging di Apophis, Goldstone ha trasmesso il segnale radio mentre Green Bank l’ha ricevuto nel corso di un esperimento “bistatico” che ha raddoppiato l’intensità del segnale ricevuto.

Per via della distanza, è stata rilevata solo la forma vagamente allungata e dettagli sui 150 m, appena accennati rispetto al rumore di fondo, con una risoluzione di 39 metri per pixel, una qualità di dettaglio nettamente migliore di qualsiasi immagine ottica, anche ottenuta mediante grandi telescopi.

Lo scopo primario della campagna osservazioni era, comunque, stimare con altissima precisione la posizione dell’oggetto per calcolarne un’orbita molto più accurata. Con le nuove misure si è potuto escludere che non ci siano più rischi, nemmeno per l’incontro del 2068 e per molto tempo dopo ancora.

Un impatto del 2068 non è più nel regno delle possibilità, e i nostri calcoli non mostrano alcun rischio per almeno i prossimi 100 anni. Con il supporto di recenti osservazioni ottiche e radar, l’incertezza nell’orbita di Apophis è crollata da centinaia a una manciata di chilometri per il 2029”, ha dichiarato Davide Farnocchia del Center for Near-Earth Object Studies(Cneos) della Nasa.

Dopo le nuove misure, Apophis è stato rimosso dalla Sentry Impact Risk Table, la tabella che riporta tutti gli oggetti pericolosi, attentamente monitorati nei loro passaggi ravvicinati dal Cneos che usa i dati aggiornati per calcolare accurate orbite a sostegno dell’Ufficio di coordinamento della difesa planetaria della Nasa.

Il 13 aprile 2029, Apophis passerà a meno di 32mila chilometri dalla superficie terrestre, più vicino della distanza alla quale si trovano i satelliti geosincroni, e sarà visibile in quel momento a occhio nudo.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto
Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.