Perseverance è su Marte

L'ammartaggio è stato un successo

perseverance

Ieri, alle 21:55 italiane, veniva ricevuta la conferma che il rover più grande mai spedito verso un altro pianeta è atterrato come previsto sulla superficie marziana.

A permettere il nono ammartaggio di successo della Nasa è stata una complessa combinazione di tecnologie pensate per fronteggiare l’alieno ambiente marziano.

In preparazione all’arrivo, la capsula ha rimosso i pannelli solari per alleggerirsi. L’ingresso in atmosfera ha contribuito a rallentare una caduta da quasi 19’500 km/h, ma ha anche scaldato lo scudo termico a circa 1’300 gradi.

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Una volta aperto il paracadute, anche lo scudo è stato abbandonato, rivelando dietro di esso il sistema di radar e camere che ha scandagliato il terreno alla ricerca di un luogo per la consegna del pacco da una tonnellata e 2,4 milioni di dollari.L’apertura del paracadute ha reso la discesa di Perseverance subsonica, ma l’aria di Marte non è abbastanza densa da permettere una dolce discesa.

Quindi, abbandonati anche il paracadute e l’involucro esterno, il rover Perseverance è stato rallentato dallo skycrane, un drone con 8 motori a razzo e la capacità di usare segnali radar e immagini per scegliere in autonomia il luogo dell’atterraggio.

Una volta stabile, lo skycrane ha calato il rover con delle corde di nylon e l’ha adagiato sulla rugginosa superficie del pianeta rosso.Appena ricevuta la conferma dell’atterraggio – ovvero 11 minuti prima dei tesissimi tecnici della Nasa – il drone ha reciso le corde ed è andato a schiantarsi lontano da Perseverance.

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Ma non troppo lontano, perché il rover potrebbe visitare il sito dell’impatto in quanto preziosa miniera di informazioni sulla composizione del sottosuolo marziano.


Con l’arrivo nel cratere Jezero, Perseverance è appena diventato il fratello minore di Curiosity, ma compensa l’inesperienza con strumenti scientifici e camere all’avanguardia.

Ad esempio, la Supercam ha due laser che vaporizzano rocce fino a 7 metri di distanza per poi eseguire uno studio spettrografico degli elementi liberati.

Oppure la Mastcam z: un sistema di due camere che potranno presto restituirci immagini stereografiche da 20 megapixel. Per paragone, la Mastcam di Curiosity ha “solo” 2 MP.

Inoltre, con gli strumenti Pixl e Sherloc sul braccio suo robotico, il rover nucleare potrà eseguire analisi microscopiche delle rocce che lui e il suo team reputano più interessanti.

Le tre immagini finora pubblicate vengono dalle Hazcam, le camere di navigazione che non servono per fare scienza, ma solo al rover per muoversi evitando gli ostacoli più pericolosi.

C’è quindi grande attesa per l’arrivo nelle prossime ore delle prime immagini ad altissima risoluzione di Marte, ma l’appuntamento più atteso è quello con il Mars Elicopter, il drone che volerà autonomamente nel cielo marziano il prossimo mese.


In California, nella sala di controllo missione, nessun abbraccio per il team di Mars 2020, ma qualche lacrima di gioia nell’apprendere la sorte benevola del frutto del proprio lavoro.

All’esultanza si sono uniti persino il Presidente Joe Biden e Google, che spara fuochi d’artificio rossi per gli utenti che cercano “Mars 2020” o “Perseverance” sul motore di ricerca.

Avrà esultato anche Alexander Mather, il ragazzino che battezzò il rover vincendo il concorso della Nasa con queste parole: “Siamo una specie di esploratori, e incontreremo ostacoli sulla via per Marte.

Comunque possiamo perseverare. Noi, non come nazione ma come esseri umani, non ci arrenderemo. La specie umana persevererà sempre verso il futuro”.

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