SpaceX lancerà i primi moduli della stazione spaziale lunare

SpaceX protagonista anche per la costruzione del Lunar Gateway

Falcon Heavy

Voleranno con un Falcon Heavy di SpaceX i primi “mattoni” della futura stazione spaziale in orbita attorno alla Luna. La Nasa ha scelto la compagnia aerospaziale di Elon Musk per il trasporto di quelli che andranno a costituire il primo nucleo del Lunar Gateway.

La notizia era attesa, perché da tempo il vettore (attualmente il più potente in servizio della flotta targata SpaceX e già usato con successo in tre lanci) era stato individuato, anche se non ufficialmente, come migliore soluzione. 

Il 10 febbraio l’Agenzia spaziale americana ha annunciato di aver “selezionato Space Exploration Technologies (SpaceX) di Hawthorne, California, per fornire il servizio di lancio del Power and propulsion element (Ppe) e Habitation and logistics outpost (Halo) dell’agenzia”.

Decollo previsto nel 2024, per un contratto di 331,8 milioni di dollari tutto compreso, chiavi in mano per lanciare una dozzina di tonnellate verso la Luna, con un solo lancio, previsto non prima del maggio di quell’anno, secondo la Nasa.

Prende così sempre più corpo e importanza il ruolo di SpaceX, e dei privati in generale, per la futura esplorazione spaziale. 

Il Gateway non sarà solamente un laboratorio o un avamposto, come è stato per la Stazione spaziale internazionale.

Avrà infatti un ruolo logistico importante nel programma Artemis della Nasa, la cui prima missione umana, che porterà la prima donna sul suolo lunare, e il primo equipaggio più di mezzo secolo dopo a camminare sulla Luna, proprio nel 2024.

Quando i viaggi di andata e ritorno per il nostro satellite naturale torneranno a essere “normale amministrazione”, al Gateway attraccheranno le navette di trasporto astronauti che giungono da Terra e da lì si staccheranno i lander per la discesa sulla superficie.

La prima missione umana (Artemis III) però, dovrebbe viaggiare in autonomia, senza fare scali ma procedendo direttamente verso la Luna. Il ruolo di porto spaziale verrà, con tutta probabilità, assunto per le missioni successive.

La stazione girerà su un’orbita ellittica (Near-rectilinear halo orbit) che la porterà a una distanza minima di 3.000 chilometri circa sopra il Polo nord lunare, e a una massima di 70.000 chilometri sopra il Polo sud.

Questa traiettoria permetterà agli astronauti, di scendere sulla superficie e di risalire con “finestre” di sbarco e ritorno che si aprono una volta a settimana.

Un altro vantaggio di questa rivoluzione sarà l’avere poche zone di “buio”, la Terra infatti rimarrà praticamente sempre in vista, assicurando comunicazioni costanti senza interruzioni.

Falcon Heavy

Il cuore italiano del Gateway

La prima stanza della stazione cislunare prenderà forma in Italia, a Torino, dove Thales Alenia Space sta lavorando al modulo pressurizzato Halo grazie a un contratto sottoscritto con Northrop Grumman.

L’annuncio dell’accordo è stato diffuso a dicembre 2020. Halo sarà il primo ambiente abitato dagli astronauti, servirà per il comando e il controllo, distribuzione dell’energia e le comunicazioni con le missioni sulla superficie.

Con i suoi portelli di attracco sarà il “molo” al quale approderanno i veicoli cargo per il rifornimento e le navette con gli equipaggi.

Grazie all’esperienza nella costruzione di ambienti spaziali negli stabilimenti piemontesi, la compagnia partecipata da Thales (67%) e Leonardo (33%) avrà un ruolo importante sulla Luna.

Per l’Esa, costruirà infatti i moduli che andranno ad aggiungersi al Gateway, I-Hab ed Esprit, quest’ultimo avrà una finestra panoramica a 360° con vista su Luna, Terra e spazio profondo. Inoltre è in corsa, assieme a Dynetics, per la realizzazione del lunar lander. I concorrenti sono SpaceX e Blue Origin.

Il Ppe sarà invece il modulo di servizio, con pannelli solari per l’energia che illuminerà la stazione e la farà funzionare. Sarà il “motore” del Gateway, con una propulsione elettrica, per muovere, quando necessario, l’avamposto in orbite differenti.

Al termine della sua costruzione, il Lunar Gateway sarà grande circa un sesto della Stazione spaziale internazionale e, come la Iss, verrà costruita grazie al contributo di diverse nazioni, oltre all’Europa e agli Usa sono della partita il Canada e il Giappone (con, per ora, un interessamento della Russia).

Equipaggi di quattro astronauti rimarranno in orbita da alcune settimane a un mese e frequenti discese verso la Luna (che almeno all’inizio, fino a quando non sarà completato un insediamento stabile, non dureranno più di una settimana). 

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