L’esopianeta che viene dal passato

Confermata dopo anni l’esistenza di KOI-5Ab, il secondo pianeta scoperto da Kepler

Immagine di fantasia dell'esopianeta KOI-5Ab in transito sul disco di una stella simile al Sole, che fa parte di un sistema a tre stelle situato a 1800 anni luce di distanza nella costellazione del Cigno. (Credits: © Caltech / R. Hurt (IPAC))

Gli astronomi sono riusciti a confermare l’esistenza di KOI-5Ab, un corpo celeste che è stato segnalato per la prima volta come potenziale esopianeta dal pionieristico telescopio spaziale Kepler della NASA nel lontano 2009.

Kepler, un “mostro” di bravura

L’inafferrabile mondo alieno è stato il secondo “candidato” mai identificato da Kepler, che ha cercato pianeti in due diverse sessioni osservative dal 2009 al 2018. Kepler utilizzava il cosiddetto “metodo dei transiti“, basato sui cali di luminosità a cui vanno soggette le stelle quando i loro pianeti transitano loro davanti.

Kepler è stato un satellite incredibilmente produttivo: quasi due terzi degli oltre 4.400 esopianeti oggi noti sono stati scoperti proprio da Kepler e le analisi dell’enorme set di dati raccolti del telescopio continuano ncora a portare alla luce nuove scoperte. KOI-5Ab era “scivolato via” più di un decennio fa, quasi dimenticato in parte anche a causa di quel diluvio di dati. Una dozzina di anni fa Kepler aveva individuato un apparente segnale di un transito di un pianeta delle dimensioni di Nettuno che passava dinanzi al disco di una stella simile al Sole ogni cinque giorni terrestri. Questa stella e il presunto pianeta si trovano a circa 1800 anni luce dalla Terra, nella costellazione del Cigno. Ma negli anni successivi ulteriori indagini avevano rivelato che la stella madre aveva una stella compagna, rendendo le analisi notevolmente più difficili. E c’erano molti altri candidati più promettenti e facili da controllare.

Quindi, KOI-5Ab “è stato rapidamente abbandonato, soprattutto perché è diventato complicato da monitorare”, ha detto David Ciardi, scienziato dell’Exoplanet Science Institute della NASA presso il California Institute of Technology di Pasadena, durante una presentazione tenuta in occasione del 237° meeting dell’American Astronomical Society (AAS).

Un sistema davvero complesso

In effetti, KOI-5Ab era ancora più complicato di quanto i ricercatori pensassero all’epoca. Nel 2014, Ciardi e altri scienziati avevano stabilito che il sistema KOI-5 ospita effettivamente tre stelle. E non era ancora chiaro se KOI-5Ab esistesse effettivamente o se il segnale del 2009 fosse generato da una delle due stelle compagne.

KOI-5Ab è tornato alla ribalta grazie al successore di Kepler, il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA, lanciato nel 2018. Anche Tess ha individuato un segnale nel sistema KOI-5, generato da un potenziale pianeta con un periodo orbitale di cinque giorni terrestri.

Gli scienziati hanno dunque esaminato attentamente tutte le informazioni sul sistema: le osservazioni sul transito di Kepler e TESS, nonché i dati sulla velocità radiale raccolti da strumenti a terra come il Keck Observatory alle Hawaii. Presi insieme, i dati hanno confermato che KOI-5Ab è davvero un pianeta, massiccio circa la metà di Saturno. La nuova ricerca ha rivelato anche altri dettagli sul sistema KOI-5. Ad esempio, la stella principale su cui orbita KOI-5Ab (stella A) ha una compagna stretta (stella B) e questa coppia orbita l’una accanto all’altra una volta ogni 30 anni terrestri. La terza stella del sistema (stella C) è molto più distante, orbitando attorno alla coppia AB ogni 400 anni.

Il sistema stellare KOI-5 è composto da tre stelle, etichettate in figura come A, B e C. Le stelle A e B orbitano l’una attorno all’altra ogni 30 anni. La stella C orbita attorno alle stelle A e B ogni 400 anni. Il sistema ospita un pianeta noto, chiamato KOI-5Ab, che è stato scoperto e caratterizzato utilizzando i dati delle missioni Kepler e TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA, oltre a telescopi terrestri. (Credito immagine: Caltech / R. Hurt (IPAC)).

Inoltre, il piano orbitale di KOI-5Ab è disallineato con quello della stella B, suggerendo che la stella potrebbe aver dato al pianeta un “calcio” gravitazionale durante la storia del sistema. Va detto che le stelle e i loro pianeti si formano dalla stessa nube di gas e polvere, quindi i loro piani orbitali generalmente corrispondono, almeno inizialmente.

KOI-5Ab è ben lungi dall’essere il primo pianeta a essere scoperto in un sistema multiplo. Ma tali sistemi sembrano ospitare pianeti meno frequentemente rispetto ai sistemi solari a stella singola come il nostro, per ragioni che gli scienziati non comprendono ancora del tutto.

“I compagni stellari possono parzialmente spegnere o rallentare il processo di formazione dei pianeti”, ha detto Ciardi. “Abbiamo ancora molte domande su come e quando i pianeti possono formarsi in sistemi a stelle multiple e come le loro proprietà siano simili o meno a quelle dei pianeti che nascono in sistemi di stelle “single”. Studiando il sistema KOI-5 in modo più dettagliato, forse possiamo ottenere informazioni accurate su come l’Universo crea i suoi pianeti.”

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