Marziani sottoterra

FORSE MARTE ERA UN TEMPO “ABITABILE” NEL SOTTOSUOLO PROFONDO

La regione marziana più favorevole per lo sviluppo della vita sarebbe stata situata fino a diverse miglia sotto la sua superficie, probabilmente a causa dello scioglimento sotterraneo di spesse lastre di ghiaccio alimentate dal calore geotermico, conclude uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances. Una ricerca che potrebbe aiutare a risolvere quello che è noto come il “paradosso del giovane Sole debole”, un enigma persistente nella planetologia moderna.

Il paradosso del giovane Sole debole

“I modelli climatici delle nostre simulazioni al computer, anche se i gas a effetto serra come l’anidride carbonica e il vapore acqueo vengono pompati in gran quantità dai vulcani nella prima atmosfera marziana, indicano che molto difficilmente Marte potrebbe essere rimasto caldo e umido a lungo”, ha detto l’autore principale dello studio Lujendra Ojha del Dipartimento della Terra e delle scienze planetarie presso la School of Arts and Sciences della Rutgers University-New Brunswick.

Il nostro Sole è un enorme reattore a fusione nucleare naturale che genera costantemente energia trasformando l’idrogeno in elio. Ma circa 4 miliardi di anni fa, il Sole era più debole di adesso, quindi il clima del primo Marte avrebbe dovuto essere gelido. Tuttavia, la superficie di Marte ha molti indicatori geologici, come gli antichi letti dei fiumi, e altrettanti indicatori chimici, come i minerali legati all’acqua, che suggeriscono che il pianeta rosso avesse abbondante disponibilità di acqua liquida da circa 4,1 miliardi a 3,7 miliardi di anni fa (durante la cosiddetta “era noachiana”).

Questa apparente contraddizione tra la documentazione geologica e i modelli climatici dà origine al cosiddetto “paradosso del giovane Sole debole”.

Un aiuto dal decadimento radioattivo

Sulla Terra e in genere sui pianeti rocciosi, però, vi sono elementi che producono calore come l’uranio, il torio e il potassio che generano calore attraverso il decadimento radioattivo. Se uno scenario del genere fosse stato valido anche per Marte, l’acqua liquida può essere generata sciogliendosi sul fondo di spesse lastre di ghiaccio, anche se il Sole era più debole di adesso.

Sulla Terra, ad esempio, il calore geotermico forma laghi subglaciali nelle regioni della calotta glaciale dell’Antartico occidentale, della Groenlandia e dell’Artico canadese. È probabile che uno scioglimento simile possa aiutare a spiegare la presenza di acqua liquida sul Marte freddo e gelido di 4 miliardi di anni fa.

Gli scienziati hanno esaminato vari set di dati su Marte per vedere se il riscaldamento tramite il calore geotermico sarebbe stato possibile nell’era noachiana e hanno dimostrato che le condizioni necessarie per lo scioglimento del sottosuolo sarebbero state onnipresenti sull’antico Marte.

Anche se Marte avesse avuto, come sembra, un clima caldo e umido 4 miliardi di anni fa, con la progressiva perdita del campo magnetico, la fine del vulcanesimo, l’assottigliamento atmosferico e il conseguente calo delle temperature globali nel tempo, l’acqua liquida potrebbe essere rimasta stabile solo a grandi profondità. Pertanto, la vita, se mai ha avuto origine su Marte, potrebbe aver seguito l’acqua liquida a profondità progressivamente maggiori.

Attese dai risultati di Mars Insight

“A tali profondità, la vita avrebbe potuto essere sostenuta dall’attività idrotermale e dalle reazioni chimiche derivanti dal contatto fra acqua e roccia”, ha detto Ojha. “Quindi, il sottosuolo profondo potrebbe rappresentare l’ambiente abitabile più longevo su Marte”.

Ojha ha concluso che la sonda Mars InSight della Nasa, atterrata su Marte nel 2018 e tuttora attiva nello studio dell’interno del pianeta, potrebbe consentire agli scienziati di valutare meglio il ruolo del calore geotermico nell’abitabilità di Marte durante l’era noachiana.

In figura, la superficie di Marte ripresa il 4 dicembre 2020 dal lander della sonda della Nasa Mars InSight.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto