Il radiotelescopio di Arecibo è definitivamente collassato

COME PREVISTO LA PIATTAFORMA RICEVENTE È PRECIPITATA SULLA GRANDE PARABOLA

AFP_8WA36Z.jpg

Dopo la rottura dei cavi ad agosto e novembre, è bastata una leggera scossa di terremoto per spezzare un terzo cavo e far precipitare la piattaforma ricevente. Le sue 900 tonnellate sono disastrate sul collettore principale, l’iconica antenna dal diametro di 305 metri. Non solo, i cavi superstiti ancora collegati alla piattaforma hanno a loro volta spezzato la parte superiore delle tre torri di cemento armato a cui erano ancorati.

Un crollo spontaneo ma tragicamente previsto (vedi la nostra news precedente) che prende in contropiede i lavori di smantellamento e che per fortuna non lascia feriti, grazie all’allontanamento di tutti gli operai dalla struttura pericolante.

La perdita dell’imponente osservatorio è un grave colpo per la comunità scientifica: fra le varie scoperte rese possibili da Arecibo ricordiamo la misurazione del corretto periodo di rotazione di Mercurio nel 1964 e l’individuazione di un sistema binario composto da una pulsar e da una stella a neutroni, valso il Nobel per la Fisica del 1993.

A queste scoperte vanno poi aggiunte tutte le osservazioni che ci hanno permesso di avere un’idea più precisa dell’Universo che ci circonda, dai Fast Radio Burst agli asteroidi. Infine, come avevamo fatto commentando il recente annuncio dello smantellamento del radiotelescopio, ci piace ricordare il messaggio che inviò il 16 novembre 1974 per conto di Carl Sagan, del Seti e dell’umanità intera. Il suo significato è pressappoco: “Ciao, siamo una forma di vita senziente. Siamo circa sette miliardi, a base di Dna e abbiamo questa forma. Abitiamo il terzo dei pianeti del nostro sistema stellare e vi abbiamo mandato questo un messaggio da un telescopio fatto così”.

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto