Una miniluna temporanea della Terra durata quasi tre anni

È PROBABILE CHE ALMENO UNO DI TALI OGGETTI SIA SEMPRE PRESENTE IN ORBITA TERRESTRE

miniluna temporanea

Mentre qui in Italia infuriava la prima ondata di pandemia, abbiamo pubblicato la notizia riguardante la scoperta di una nuova miniluna temporanea della Terra, la seconda di cui sia stata accertata l’origine naturale.

Nel frattempo, questo satellite naturale temporaneo si è svincolato dalla gravità del nostro pianeta ed ha ripreso il suo viaggio autonomo intorno al Sole.

Il fenomeno delle minilune temporanee non dovrebbe essere raro; però è difficile rivelare tali oggetti, perché sono debolissimi e con dimensioni di pochi metri.

A complicare le cose ci si mettono poi i residui della prima era spaziale, quando gli stadi dei razzi diretti verso la Luna erano abbandonati alla deriva in orbita solare, con la possibilità di incontri con il nostro pianeta dopo molti anni.

Come l’oggetto catalogato 2020 SO, scoperto lo scorso settembre, che esibisce caratteristiche compatibili con quelle del secondo stadio di un vecchio razzo Atlas.

Non è invece il caso di 2020 CD3 (il puntino al centro della figura), di cui è stata verificata la natura di luna temporanea naturale. Scoperto a febbraio dalla Catalina Sky Survey in Arizona, anche per questo oggetto era stata presa in considerazione la possibilità che si trattasse di un vecchio razzo.

Per accertarne l’origine, Grigori Fedorets e colleghi della Queen’s University di Belfast nel Regno Unito, hanno eseguito osservazioni di follow-up con diversi telescopi professionali, appurando un diametro di 1,2 metri e una costituzione di silicati come tanti altri asteroidi: un grosso masso.

Il gruppo di astronomi ha ricostruito a ritroso la traiettoria seguita dall’oggetto, scoprendo che esso era già nei pressi della Terra da circa 2,7 anni, spingendosi molto vicino alla Luna che gli ha conferito un’orbita più stabile. Un mese dopo la scoperta, 2020 CD3 si è svincolato dall’attrazione terrestre.

Si sospetta che siano molti gli oggetti come questo, che a turno diventano minilune temporanee, e si stima che ce ne sia costantemente almeno uno in orbita terrestre.

Ne sapremo di più quando avremo a disposizione nuovi strumenti per survey, come il Vera C. Rubin Telescope, oppure studiati in loco come destinazione per future missioni nello spazio vicino. 

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto
Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.