Prevedere le macchie solari

LA COMPARSA DELLA AR 2786 ANNUNCIATA GRAZIE ALLA RETE GONG

macchie solari

Nel novembre scorso gli scienziati del National Solar Observatory (Nso) statunitense sono riusciti a prevedere l’arrivo di una grande macchia solare con una settimana di anticipo, grazie all’utilizzo della eliosismologia

Così come l’analisi delle onde sismiche che attraversano il nostro pianeta permette di scoprire la sua struttura interna, un cambiamento nelle onde sonore del Sole – perturbate dagli intensi campi magnetici delle regioni attive – indica che potrebbero essere presenti macchie solari ancora non visibili sul lato della nostra stella rivolto verso la Terra.

E ciò che è accaduto nel caso della regione attiva AR 2786: sono stati “sentiti”, nelle onde sonore che si propagano dall’interno del Sole, dei cambiamenti che facevano prevedere la comparsa di nuove macchie.

Queste previsioni non sono una curiosità per la gioia dei fotografi del Sole, ma una necessità per prevedere l’arrivo di tempeste solari associate alle grandi macchie e potenzialmente dannose per le telecomunicazioni, i sistemi Gps e le reti di distribuzione dell’energia elettrica. 

Per questo l’Nso tiene d’occhio il Sole attraverso il sistema Gong (Global oscillation network group), una rete di sei stazioni di monitoraggio, posizionate in tutto il mondo, che controllano il campo magnetico e altre caratteristiche della nostra stella.

Queste osservazioni si compiono anche dallo spazio, con il satellite Sdo (Solar dynamics observatory) della Nasa.

“Le osservazioni del Sole da terra sono limitate all’emisfero rivolto verso di noi, che cambia continuamente, dato che il Sole ruota intorno al proprio asse in circa 25 giorni all’equatore e 32 giorni ai poli.

Perciò vediamo le macchie solari comparire al bordo est, attraversare il disco solare e scomparire al bordo ovest dopo circa 14 giorni a latitudini intermedie.

Possiamo però ricavare la posizione delle macchie, purché dotate di un forte campo magnetico, anche quando la rotazione le porta nella parte del Sole non visibile”, spiega Mauro Messerotti, di Inaf. “Possiamo pertanto capire se comparirà nuovamente al bordo est dopo 14 giorni.

Oppure possiamo sapere se si sia formata una grande macchia nella parte che non vediamo e che la rotazione farà comparire al bordo est.

L’eliosismologia sonda la parte nascosta del Sole studiando le oscillazioni che si propagano nel plasma solare, rilevate sulla parte visibile con tecniche spettroscopiche e la cui velocità dipende dalla densità del plasma e dall’intensità dei campi magnetici lungo il percorso di propagazione”.

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Direttore editoriale di Cosmo