Un telescopio da 100 metri sulla Luna

DOTATO DI UNO SPECCHIO LIQUIDO, ANDRÀ A CACCIA DI STELLE PRIMORDIALI

ULTIMATELY LARGE TELESCOPE

L’idea di un telescopio così grande su un altro mondo è difficile da prendere seriamente, se poi si aggiunge che il telescopio in questione avrebbe uno specchio liquido, è facile chiedersi se si stia parlando di scienza o di fantascienza.

Tuttavia, la proposta non è nuova in casa Nasa e un recente studio dell’Università dell’Arizona ha trovato un compito che solo questo telescopio, battezzato Ultimately Large Telescope, avrebbe il potere di assolvere: scovare le stelle di Popolazione III, i primi astri dell’Universo.

Un grande mistero della cosmologia riguarda proprio queste stelle finora mai osservate, ma previste dai modelli e necessarie per spiegare dove le stelle più antiche che riusciamo a vedere abbiano preso elementi che non erano stati creati dal Big Bang. 

Secondo le previsioni, le stelle di Popolazione III erano estremamente massicce, mostri cosmici da centinaia e centinaia di masse solari.

Tuttavia, malgrado la loro forte luminosità, l’Universo in cui hanno vissuto era popolato anche da gigantesche nebulose che assorbivano la maggior parte della loro radiazione.

Le tracce che gli astronomi sperano di trovare sono nel vicino infrarosso e nelle onde radio, ma sono troppo deboli per essere percepite persino dai telescopi di prossima generazione, James Webb ed Extremely Large Telescope compresi. 

Ecco il perché di un telescopio con una grandezza non estrema, ma definitiva. Ed è logicamente controintuitivo ma poeticamente giustificato che la costruzione dell’Ult sia più pratica su un altro mondo.

L’assenza di atmosfera è indispensabile per un’indagine così precisa, ma portare nello spazio uno specchio con un’area di 7850 metri quadrati è poco praticabile, quindi i ricercatori hanno optato per un telescopio a specchio liquido (lentamente rotante perché la sua superficie assuma la forma parabolica).

Questo strumento si basa sull’idea dell’astronomo italiano Ernesto Capocci: la superficie di un liquido (preferibilmente mercurio) in rotazione può avere la stessa forma degli specchi dei telescopi riflettori.

Il rovescio della medaglia è l’impossibilità di orientare il telescopio, sempre bloccato sullo zenit, ma questo importa poco sul nostro satellite, che ha una rotazione molto più lenta della nostra.

E importa ancora meno se l’Ult viene realizzato in zona polare, quella già adocchiata da americani e cinesi per la creazione delle loro basi lunari.

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