La rete prisma cattura le Leonidi

un altro avvistamento ha allertato le camere di Prisma

leonidi

Gli appassionati di astronomia sanno bene che agosto non è l’unico mese dell’anno per guardare lestelle cadenti”.

Nubi di materiale meteorico vengono attraversate ciclicamente dalla Terra durante la sua orbita annuale e vi sono quindi altri periodi dell’anno in cui è possibile osservare le caratteristiche scie luminose che solcano il cielo.

Uno di questi è metà novembre quando il nostro pianeta si trova ad attraversare una nube di polveri cometarie, lasciata in orbita dalla cometa Tempel-Tuttle, che da origine allo sciame delle cosiddette “Leonidi” che presentano un picco annuale proprio attorno al 17 novembre (v. Cosmo n. 11).

I meteoroidi delle Leonidi entrano in atmosfera a circa 71 km/s quindi tendono a dare luogo a bolidi brillanti ma di breve durata.

E puntualmente la notte del 17 novembre ben 6 camere della rete di sorveglianza Prisma (prisma.inaf.it) hanno catturato un bolide che ha attraversato i cieli italiani alle 02h e 34m dei nostri orologi.

Fra esse, anche quelle di Roma, Perugia e del Sardinia Radio Telescope (SRT), di recente installazione, che vanno a stringere le maglie della rete garantendo una copertura all’Italia centrale che fino a qualche mese fa ne era un po’ sguarnita.

Adesso le nuove camere installate permetteranno di coprire una zona ancora più ampia del territorio italiano evitando che fenomeni significativi passino inosservati.

La dimostrazione che tutto sta funzionando si è avuta appunto ieri notte quando, oltre alla detection citata, un altro avvistamento ha allertato le camere di Prisma. Alle 03h 28m quattro camere della Toscana e quella ubicata a Finale Ligure hanno registrato il passaggio di una meteora luminosa avvistata anche da alcune camere della rete francese Fripon.

Proprio grazie a Prisma era stato possibile rinvenire nei primi giorni dell’anno la meteorite “Cavezzo” nei pressi di Modena che attualmente è in fase di studio da parte degli esperti e che a breve sarà oggetto di alcune pubblicazioni scientifiche.


Perché l’avvistamento di un bolide è solo il primo passo di un lungo processo che conduce a una migliore conoscenza di asteroidi e comete, corpi primordiali rimasti pressoché inalterati fin dalle origini del Sistema Solare e che probabilmente hanno portato sulla Terra l’ingente quantità di acqua che attualmente copre oltre il 70% della superficie del nostro pianeta.

di Daniele Gardiol e Walter Riva

Iscriviti alla newsletter

Email: accetto non accetto