Crew 1: tutto pronto per il lancio della prima missione operativa di SpaceX

La prima missione di lunga durata della compagnia di Musk partirà il 15 novembre

SpaceX e Nasa sono pronte a lanciare la prima missione di lunga durata a bordo della capsula Dragon di seconda generazione. Dopo il successo del secondo e ultimo volo dimostrativo, partito il 30 maggio di quest’anno e che ha visto l’arrivo sulla Iss degli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley, l’azienda aerospaziale californiana è pronta a portare in orbita un nuovo equipaggio.

Crew-1 sarà la prima missione operativa durante la quale quattro astronauti raggiungeranno la Stazione Spaziale Internazionale grazie a una capsula realizzata da un’azienda privata, la SpaceX fondata da Elon Musk.

La partenza è attualmente fissata per lunedì notte, quando in Italia l’orologio segnerà l’1:27, anche se l’ultima parola spetta al meteo che, come successo con Demo-2 e già una volta per Crew 1, potrebbe causare ulteriori rinvii. Inizialmente infatti la missione era stata fissata per sabato notte alle 1:49 ma forti venti hanno spinto SpaceX e NASA a rimandare la partenza.

Prima di stabilire la data per il lancio di Crew-1, però, Nasa e SpaceX hanno dovuto analizzare i dati della Dragon di Behnken ed Hurley, ribattezzata Endeavour.

Demo-2: una missione quasi perfetta

Dopo quasi 64 giorni trascorsi in orbita, Endeavour ha riportato sulla Terra i due astronauti ammarando senza problemi. Tuttavia, durante le analisi successive, i tecnici hanno rilevato alcuni dati anomali.

Hans Koenigsmann, Vice President of Mission Assurance di SpaceX, ha esposto i risultati delle indagini durante una conferenza della Nasa lo scorso 29 settembre. Ciò che permette un rientro sicuro di una capsula è lo scudo termico, che deve assorbire il calore generato dall’attrito dell’aria. I tecnici hanno osservato un’erosione maggiore dello scudo rispetto a quanto preventivato, causato da un flusso anomalo e imprevisto. SpaceX ha già provveduto alla sostituzione del materiale delle piastrelle, migliorando anche l’area compresa fra loro.

Un altro problema è stato riscontrato nel sistema di dispiegamento dei paracadute. Per rilevare l’altezza viene utilizzato un barometro che, durante il rientro di Endeavour, ha aperto i paracadute in leggero ritardo. La capsula si trovava comunque a un’altezza che ha garantito la sicurezza del suo equipaggio. In entrambi i casi, i valori riscontrati rispettavano comunque i parametri di sicurezza e la vita degli astronauti non è mai stata messa in pericolo.

In occasione della prossima missione, SpaceX e Nasa hanno anche previsto una collaborazione più stretta con la Guardia Costiera, per evitare l’assembramento di barche accorse allo splashdown di Behnken ed Hurley, un traffico che complicherebbe inutilmente le operazioni di recupero.

I ritardi e gli ultimi preparativi

Crew-1 ha subito diversi slittamenti, sebbene nessuno correlato in mniera diretta con la missione: il 3 ottobre SpaceX avrebbe dovuto lanciare il satellite Gps III SV04 per conto della Space Force statunitense, ma un’anomalia in due dei nove motori Merlin ha determinato l’abort a due secondi dalla partenza. Trattandosi di un Falcon 9 nuovo, come quello che verrà utilizzato per Crew-1, la Nasa ha imposto indagini approfondite per scoprire quali fossero le cause del rinvio. SpaceX ha scovato un problema nella produzione di alcuni motori, ragione per cui l’azienda di Musk ha dovuto sostituire due Merlin su tutti gli ultimi booster prodotti. Ritentato il lancio il 6 novembre, tutto è filato liscio e dopo il rilascio in orbita del satellite Gps, il Falcon 9 è atterrato alla perfezione sulla chiatta in mezzo al mare 8 minuti e mezzo dopo essersi staccato dalla rampa.

Dettagli di missione

Risolti i problemi, Crew-1 può entrare nelle fasi finali di preparazione al lancio. L’equipaggio di questa spedizione sarà formato da tre astronauti della Nasa: il comandate Michael Hopkins, il pilota Victor Glover e la specialista di missione Shannon Walker. Il quarto membro è Soichi Noguchi della Jaxa, l’agenzia spaziale giapponese, anche lui specialista di missione. I quattro hanno iniziato la quarantena lo scorso 31 ottobre, per evitare di portare agenti patogeni sulla Iss, soprattutto in questo periodo di emergenza.

Nel frattempo, il 5 novembre la Dragon ha raggiunto il complesso di lancio numero 39 del Kennedy Space Center, per le ultime preparazioni e l’integrazione con il Falcon 9, numero di serie B1061. Questa nuova capsula è stata nominata dall’equipaggio Resilience e ha raggiunto il pad di lancio, per la prima volta, l’8 ottobre per lo static fire test del razzo.

Durante questa prova, il Falcon 9 B1061 ha acceso i nove Merlin per una manciata di secondi, verificando che tutto funzionasse correttamente e che il problema riscontrato durante il lancio del GPS fosse risolto. Si è quindi passati alla prova generale, effettuata l’11 novembre. Ora è tutto pronto per l’inizio della missione Crew-1, che sarà la prima missione della storia anche con 4 astronauti a bordo di una capsula. Lo Space Shuttle ha ospitato un equipaggio composto da otto persone, ma si trattava di un velivolo completamente diverso.

La scaletta pre lancio

Ogni viaggio che si rispetti inizia con un pasto equilibrato per gli astronauti, cosa che avverrà cinque ore prima del lancio. I quattro avranno un’ora per consumare le loro ultime pietanze da terrestri, poi dovranno iniziare la fase della vestizione. Anche l’arrivo allo storico pad 39A, quello delle missioni Apollo, sarà offerto da un’azienda di Musk: la Tesla. L’equipaggio, infatti, raggiungerà Resilience a bordo di due Model X bianche e marchiate Nasa.

Una volta assicurati ai loro sedili e chiuso il portellone della Dragon, il timer segnerà T-1 ora e 50 minuti. A 38 minuti dalla partenza, dopo aver eseguito ulteriori controlli, verrà armato il Launch Escape System (Les), che attiverà gli otto motori SuperDraco di Resilience in caso di problemi. Dopo due minuti dall’attivazione del Les, inizierà il rifornimento del Falcon 9 con ossigeno liquido e RP-1, uno speciale cherosene utilizzato da diversi razzi.

Durante queste fasi, l’osservato speciale sarà il meteo, unico elemento fuori dal controllo degli ingegneri.

Ottenuto il “Go for launch” dal direttore di volo, il Falcon 9 potrà accendere i propri motori permettendo alla Dragon di iniziare l’ascesa verso lo spazio.

Resilience impiegherà 12 minuti per raggiungere l’orbita terrestre e altre 27 ore prima dell’attracco alla Iss. Il B1061 invece, dopo essersi separato dal secondo stadio, effettuerà una manovra di rientro per atterrare sulla chiatta galleggiante e poter essere riutilizzato. Questo succederò dopo circa nove minuti e mezzo dal lancio.

Con l’arrivo di Resilience e dei quattro astronauti avrà inizio la prima storica missione operativa, che vede la collaborazione tra la Nasa e un’azienda privata, dimostrando in questo modo che lo spazio non è più accessibile solamente alle grandi agenzie governative.

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