I campi magnetici sulla Luna

Resti di un’antica dinamo centrale

campi magnetici

di Walter Riva

Attualmente, la Luna non ha un campo magnetico interno e globale come la Terra. Tuttavia, ci sono estese regioni della superficie lunare, di dimensioni fino a diverse centinaia di chilometri, dove è stato misurato un campo magnetico molto forte.

Ciò è stato dimostrato in primis dalle misure effettuate sulle rocce riportate a Terra dalle missioni Apollo.

Teorie a confronto

Una teoria è che tali punti magnetici siano in qualche modo i resti di un antico campo magnetico globale, forse simile a ciò che si può ancora osservare e misurare sulla Terra oggi, in cui è la rotazione del nucleo di ferro fuso del nostro pianeta a generare il campo magnetico.

Una teoria rivale suggerisce invece che le regioni magnetiche lunari siano il risultato di processi di magnetizzazione causati da impatti di corpi massicci sulla superficie lunare. Ma uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Science Advances mostra che la Luna deve aver avuto in passato una dinamo interna.

I ricercatori, che fanno parte di un’ampia cooperazione internazionale tra MIT, GFZ-Potsdam, UCLA, Università di Potsdam, Università del Michigan e Australian Curtin University, sono giunti a questa conclusione con l’aiuto di complesse simulazioni al computer. 

Teoria degli impatti

Punto di forza della seconda tesi era il fatto che sono stati trovati punti magnetici molto estesi  e intensi sulla faccia nascosta della Luna, in corrispondenza a grandi crateri lunari presenti nel lato visibile.

Si presumeva quindi che la loro origine fosse la seguente: poiché la Luna, a differenza della Terra, non ha un’atmosfera che la protegga da meteoriti e asteroidi, corpi così massicci possono colpirla con forza, polverizzando e ionizzando il materiale della superficie.

Una nuvola di particelle cariche creata in questo modo scorre intorno alla Luna, comprime il vento solare presente nello spazio e quindi rafforza il suo campo magnetico. Allo stesso tempo, il vento solare induce un campo magnetico nella Luna stessa. Sulla superficie opposta all’impatto, tutti questi campi vengono amplificati e creano il magnetismo osservato.

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Simulazioni e risultati

Utilizzando un software originariamente sviluppato per la fisica spaziale e per il cosiddetto “space weather”, i ricercatori hanno dunque simulato diversi impatti di meteoriti e i loro effetti, compresa la formazione del plasma, la sua propagazione attorno alla Luna e il campo indotto sul nostro satellite.

In questo modo gli scienziati hanno dimostrato che l’amplificazione dei campi magnetici a causa delle collisioni e del materiale espulso non era sufficiente a generare le grandi intensità misurate in alcune zone della luna; il campo magnetico risultante è infatti mille volte più debole del necessario per spiegare le osservazioni. Ciò non significa, tuttavia, che questi effetti non esistano; sono solo relativamente deboli.

Campo magnetico interno

“Il modo in cui si sono formati esattamente i punti magnetici richiede ancora ulteriori ricerche. Ma ora è chiaro che a un certo punto doveva esistere un campo magnetico interno della Luna” ha affermato Yuri Shprits, professore dell’Università di Potsdam e capo della sezione di fisica magnetosferica presso GFZ-Potsdam.

“Questo studio può aiutarci a comprendere meglio anche la natura del campo magnetico generato dalla dinamo terrestre e il processo esistente sui pianeti esterni e sugli esopianeti”.

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