Un’altra cometa in arrivo, forse quella buona

LA NEOWISE F3 PROMETTE LA VISIBILITÀ A OCCHIO NUDO

Le comete sono forse i corpi celesti meno affidabili, specialmente quelle “novelle” che per la prima volta si avventurano nel Sistema Solare interno, spesso sfiorando il Sole.

Annunciare l’arrivo di una cometa brillante è sempre rischioso, per via del comportamento talvolta bizzarro manifestato dagli astri chiomati che sembrano dapprima promettere spettacoli mirabolanti per poi frantumarsi e dissolversi in capo ad alcuni giorni. Di grandi comete annunciate e poi andate in frantumi la cronaca recente è purtroppo ricca, come abbiamo documentato su queste pagine.

Le comete sono oggetti fragili, spesso formate dall’aggregazione di corpi ghiacciati minori e tenuti insieme da una matrice di ghiacci e polveri, perciò soggetti a disgregarsi sotto gli effetti del calore solare nel corso del progressivo avvicinamento al perielio. Alcune si avvicinano al punto da dissolversi del tutto, oppure precipitano sulla nostra stella. Di questi oggetti se ne osservano in gran numero nelle immagini, prese dallo spazio, dall’osservatorio solare Soho che di recente ha immortalato la sua cometa n. 4000.

Talvolta nelle immagini prese dal coronografo Lasco si vedono transitare anche comete che superano indenni il perielio, spesso con notevole luminosità, ma non visibili da terra per il forte bagliore della nostra stella. Una di queste nuove comete è la C/2020 F3 (Neowise), apparsa ne campo di Lasco per alcuni giorni, tra il 22 e 28 giugno, in cui si mostrava già con una bella coda e una magnitudine complessiva intorno alla terza.

La Neowise F3 è stata scoperta il 27 marzo 2020 nelle immagini del telescopio spaziale infrarosso Wise (riattivato nel 2013 per lo studio degli oggetti Neo). La cometa si muove con moto retrogrado, arrivando da sotto l’eclittica, con perielio il 3 luglio 2020 a 0,29 Unità astronomiche (43 milioni di km).

Non è una “distanza di sicurezza”, ma la Neowise F3 sembra tenere bene l’avvicinamento al Sole e ha mostrato una crescita regolare di luminosità, indice di un nucleo compatto e consistente. Non sembra essere una cometa davvero nuova, avendo un periodo di circa 4500 anni, che però si allungherà intorno a 6800 anni, per via delle perturbazioni subite in questo avvicinamento.

La cometa è stimata di magnitudine appena inferiore alla seconda e presenta due code, ma se manterrà questo tasso di crescita, la testa potrebbe raggiungere la magnitudine 0,5, verso il 10-12 luglio, diventando un oggetto interessante da scorgere a occhio nudo poco prima dell’alba, in una regione di cielo tra l’Auriga e i Gemelli.

La minima distanza dalla Terra sarà raggiunta il 23 luglio a 0,69 UA (103 milioni di km) ma ciò non comporterà migliori condizioni di visibilità.

In sintesi, dopo tanti falsi allarmi, forse questa volta ci sono le condizioni concrete per godere la visione di una cometa abbastanza luminosa, anche se per pochi giorni il mattino presto.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 349 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa a programmi Pro-Am nello studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.