La cometa numero 4000 di Soho

SCOPERTA DA UN APPASSIONATO COME A QUASI TOTALITÀ DELLE PRECEDENTI

Il 15 giugno scorso è stata scoperta la cometa n. 4000 nei dati del Solar and Heliospheric Observatory (Soho), nel corso del suo 25° anno di operatività nel punto lagrangiano L1, a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra.

Anche questa, come la quasi totalità delle comete Soho, è stata trovata da un appassionato, sbirciando nel flusso costante di immagini che giunge dall’osservatorio spaziale (disponibile al sito sohowww.nascom.nasa.gov).

In attesa di una denominazione ufficiale da parte del Minor Planet Center, il nuovo oggetto è stato denominato Soho-4000 che, al pari dell’85% delle scoperte, appartiene alla numerosissima famiglia di comete Kreutz, caratterizzate da una traiettoria generale simile.

Queste comete sono il risultato della frammentazione di un oggetto più grande, avvenuta migliaia di anni fa, e seguono un’orbita che le porta a sfiorare l’atmosfera solare, finendo spesso per dissolversi completamente per via delle piccole dimensioni dei loro nuclei ghiacciati.

La cometa Soho-4000, con un nucleo stimato in una decina di metri, non ha avuto un destino differente: è stata visibile per poche ore nelle immagini della sonda durante la fase di avvicinamento al Sole, quando la produzione di gas e polveri l’ha resa visibile. Questi oggetti non sarebbero osservabili dalla Terra, perché troppo vicini al Sole e immersi nel chiarore del crepuscolo, ma vengono individuati dallo spazio, perché appaiono nel campo di vista del Lasco (Large Angle and Spectrometric Coronagraph), che nasconde l’intensa luce della fotosfera con un disco occultatore e monitora costantemente l’attività della corona solare.

È proprio in queste immagini che un folto gruppo di cacciatori (anche italiani) va a cercare le nuove comete comodamente da casa, come sottoprodotto della ricerca primaria della sonda. La studio della corona è fondamentale per comprendere l’influenza del Sole nel Sistema Solare e il suo ruolo nel meteo spaziale che registriamo con le aurore polari e le tempeste magnetiche.

Il Lasco è fondamentale per tali studi, ma è anche lo strumento con cui sono state scoperte più comete nella storia umana. Grazie al Lasco, si osservano anche le comete scoperte in modo ordinario dal suolo, permettendone l’osservazione nel corso del loro passaggio al perielio, cosa che altrimenti sarebbe preclusa. Nelle sue immagini sono state viste transitare tutte le grandi comete nell’ultimo quarto di secolo, così com’è stato possibile seguire il dissolvimento di alcune altre, talvolta sotto le ingerenze di un’eruzione di massa coronale.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 349 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa a programmi Pro-Am nello studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.