Un antico anello intorno a Marte

L’IPOTESI È SUGGERITA DALLO STUDIO DELL’ORBITA DI DEIMOS

Phobos and Deimos

Secondo alcuni scienziati del Seti Institute e della Purdue University, l’unico modo per spiegare l’orbita insolitamente inclinata della piccola luna Deimos è ipotizzare un anello di detriti che circondava il pianeta miliardi di anni fa. La presenza delle due piccole lune marziane, Phobos e Deimos, è un annoso dilemma sin da quando furono scoperte da Asaph Hall nel 1877. Sono due oggetti irregolari, rispettivamente di circa 23 e 12 km (figura), con orbite prograde percorse in 7,65 e 30 ore circa.

Secondo l’interpretazione corrente, si tratterebbe di asteroidi catturati da Marte, oppure formatisi durante la fase di accrescimento del pianeta. Tuttavia, essendo entrambe le orbite sostanzialmente complanari, è probabile che si siano formate nello stesso periodo e per lo stesso processo fisico, quindi la prima ipotesi non regge. Altra caratteristica fisica interessante, riguarda la bassa densità che fa propendere per corpi porosi formatisi per aggregazione, oppure costituiti in prevalenza da ghiaccio d’acqua.

L’orbita della luna più piccola e distante, Deimos, è inclinata di due gradi rispetto all’equatore marziano, ma ciò non aveva destato alcuna discussione sino a quando non si è pensato di spiegarne la formazione per aggregazione da un antico anello. L’idea è venuta nel 2017 a Ćuk David Minton, professore alla Purdue University e al suo ex studente Andrew Hesselbrock. L’orbita di Phobos si sta gradualmente abbassando e, tra qualche miliardo di anni, questo satellite sarà disgregato per formare un anello intorno al pianeta. Secondo gli autori, si tratterebbe di un processo ciclico in cui antiche lune si sono ripetutamente disgregate in anelli, e da essi se ne siano formate di nuove.

Le simulazioni indicano che le lune neonate tendono ad allontanarsi dal pianeta, per poi ritrovarsi in un gioco di risonanze che le porteranno nuovamente ad avvicinarsi al pianeta, sino alla totale disgregazione non appena venga superato il “Limite di Roche”.

La configurazione attuale è spiegabile ipotizzando che una luna, circa 20 volte più massiccia di Phobos, sia andata distrutta circa 3 miliardi di anni fa. Dopo il primo episodio di disgregazione, sarebbero seguiti altri due cicli di distruzione-aggregazione, con l’ultimo che ha portato alla formazione di Phobos circa 200 milioni di anni fa.

Si calcola che la prossima frantumazione si produrrà entro i prossimi 50 milioni di anni. Queste lune sarebbero, dunque, giovanissime in termini astronomici e a breve ci sarà la possibilità di validare tale teoria, analizzando e datando i campioni che una sonda giapponese dovrebbe raccogliere in situ nel 2024.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.