Un nuovo Drago è sulla Iss

SpaceX ce l’ha fatta. Nonostante il meteo abbia creato qualche problema, il razzo Falcon 9 è partito senza problemi il 30 maggio alle 21:22 da Cape Canaveral. In quel momento è iniziata una nuova era per l’esplorazione spaziale.

In cima a quel razzo era fissata la capsula Dragon, con a bordo i due astronauti americani Bob Behnken e Doug Hurley. Per la prima volta nella storia due persone  sono state trasportate in orbita grazie a mezzi realizzati e operati da una compagnia privata.

Il viaggio dei due astronauti verso la Stazione spaziale internazionale è durato 19 ore e si è concluso poco fa, alle 16:16 (13 minuti prima del previsto), con l’attracco alla base orbitante. Le missioni successive impiegheranno molto meno per arrivare a destinazione, ma come suggerisce il nome della missione partita ieri, “Demo-2”, il lancio avevo lo scopo di verificare che tutti i sistemi della Dragon funzionassero correttamente. Per questa ragione, durante il viaggio, sono stati eseguiti diversi test di manovra. Uno dei più importanti è stato il controllo manuale della capsula, avvenuto a circa 150 metri dalla Iss.

Simulando un’avaria al pilota automatico, i due astronauti hanno preso il controllo della Dragon attraverso i tre schermi touch posizionati di fronte ai loro sedili. La manovra di avvicinamento è stata eseguita utilizzando gli stessi comandi che si possono vedere sul simulatore rilasciato qualche giorno fa da SpaceX e accessibile a tutti (lo si può trovare qui).

A pochi metri dall’International Docking Adapter 2 (Ida-2), agganciato al Nodo 2 della Iss tramite il Pressurized Mating Adapter 2 (Pma-2), è stato inserito nuovamente il pilota automatico. In questo modo l’attracco è stato affidato ai computer di bordo.

Avranno adesso inizio i tradizionali festeggiamenti di benvenuto e probabilmente verranno introdotte anche nuove ritualità. All’interno della Dragon, oltre a rifornimenti, sono state portate alcune sorprese per gli abitanti della Stazione Spaziale, l’equipaggio della Expedition 63.

Durante il loro viaggio, Behnken e Hurley hanno mostrato l’interno della capsula, con un focus sugli schermi e sul loro funzionamento. Nel primo collegamento dallo spazio, hanno anche annunciato il nome dato alla Dragon: Endeavour. Gli appassionati di esplorazione spaziale lo ricorderanno, è lo stesso dell’ultimo Space Shuttle, il quinto, quello sul quale sia Behnken che Hurley volarono prima della conclusione del programma, nel 2011.

Un collegamento significativo, sia per la storia dell’esplorazione dello spazio che per quella americana. Dopo nove anni di dipendenza dalle capsule russe Soyuz, gli Stati Uniti tornato ad accedere all’orbita in autonomia. Che lo facciano attraverso una società privata ribadisce come da ieri sera lo spazio sia un settore diverso.

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