Anche la Swan è definitivamente andata

Un’altra cometa “novella” delude le attese degli appassionati

Anche la cometa C/2020 F8 (Swan) non è riuscita ad arrivare integra al suo giro di boa intorno al Sole, dopo un viaggio di migliaia di anni iniziato nella Nube di Oort, il serbatoio da cui provengono le “novelle”, cioè le comete che per la prima volta arrivano nella regione interna del Sistema Solare.

Nei confronti della Swan erano state riposte le attese per mitigare la delusione per il mancato spettacolo della Atlas, andata in frantumi proprio mentre si apprestava a dare spettacolo.

Per entrambi questi oggetti sono venute meno le sagge cautele, consigliate dal comportamento talvolta bizzarro delle comete. In particolare, le novelle sono statisticamente le meno affidabili, specialmente quelle che si avvicinano molto al Sole.

La cometa era stata scoperta il 25 marzo 2020 in immagini prese dallo strumento Swan della sonda solare Soho. Per via della sua orbita inclinata, gli osservatori dell’emisfero australe sono stati i primi a poter ammirare la Swan, che esibiva una bella coda e un costante incremento in luminosità per tutto aprile, con un importante salto alla mag. 5,2 verso fine mese che faceva presagire un picco intorno alla mag. 2,8 verso il 21 maggio, poco prima del passaggio al perielio, previsto per il 27 dello stesso mese. 

In realtà, quell’incremento improvviso non ha fatto gioire i veri esperti. I repentini incrementi di luminosità di una cometa novella sono il campanello d’allarme di qualche tipo di frattura nel fragile nucleo, con il conseguente rilascio parossistico di materiali volatili.

Un successivo calo di luminosità ne rappresenta quasi una conferma. Ed è quello che è stato osservato ai primi di maggio. Sulle prime, poteva essere un evento occasionale, che non avrebbe pregiudicato la Swan di diventare una cometa godibile. Purtroppo, la luminosità è andata ancora declinando, sino a far sfumare qualsiasi speranza. Vedi qui sopra una sua ripresa del 22 maggio.

Di annunciate “comete del secolo”, disgregatesi sul più bello, la lista è lunga. Bisogna ricordare che le comete sono costituite prevalentemente da polveri e materiali volatili, tra cui il ghiaccio d’acqua, spesso prive di una matrice solida. Sono quindi corpi fragilissimi e vulnerabili alle ingerenze dell’ambiente interplanetario nei pressi del Sole, dove la maggiore attrazione verso il perielio e l’intensa radiazione, portano talvolta alla frantumazione e al dissolvimento i loro piccoli nuclei (1-5 km in media).

Per consolazione, anche se avesse rispettato le previsioni, la Swan sarebbe stato un oggetto difficile da osservare nel chiarore del crepuscolo. La luminosità complessiva non sarebbe stata più alta di tante altre comete, spesso con orbite più favorevoli e tali da consentirne l’osservazione in condizioni migliori. La presentazione come imperdibile evento astronomico, addirittura in alcune trasmissioni TV, mentre la cometa era ormai crollata da giorni, è l’ennesimo esempio di quanta approssimazione ruoti intorno alle tematiche astronomiche sui media.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.