Lo spazioplano americano con missioni top secret è ripartito

Per la sesta volta da quando esiste, l'X-37B statunitense è ripartito verso lo spazio. Sul razzo che l'ha lanciato una dedica alle vittime della pandemia

Dopo un rinvio di oltre 24 ore per questioni meteorologiche, quando in Italia erano le 15:14 di oggi, domenica 17 maggio, lo spazioplano X-37B è stato lanciato con successo per la sesta volta.

Realizzato nel 2010 dalla Boeing per l’esercito statunitense, dalla forma simile a uno Space Shuttle in miniatura e privo di equipaggio, l’X-37B si è staccato dalla rampa Slc-41 a Cape Canaveral, in Florida, spinto da un razzo Atlas V della United Launch Alliance (la Ula). Gli 8,92 metri di lunghezza e i 4,55 di apertura alare del velivolo gli consentono di essere trasportato in orbita all’interno dei fairing di un lanciatore. Proprio su una delle due coperture che proteggono lo spazioplano durante l’ascesa, la United Launch Alliance ha deciso di commemorare tutte le vittime del Covid-19 e coloro che stanno combattendo per sconfiggerlo.

L’X-37B è un mezzo riutilizzabile, in grado di rientrare sulla Terra autonomamente eseguendo le medesime manovre dello Space Shuttle. Durante la sua ultima missione è rimasto in orbita 779 giorni, dopo essere partito a bordo di un Falcon 9 di SpaceX il 7 settembre 2017.
Il minishuttle è stato realizzato per il Dipartimento della difesa americano e ora si trova sotto il controllo della neonata United States Space Force. Proprio per il fatto di essere un velivolo di questo dipartimento, la missione primaria dell’X-37B è top secret.

Si conoscono però i carichi secondari e gli studi che verranno effettuati: raggiungeranno l’orbita terrestre grazie al minishuttle due esperimenti della Nasa, uno del Naval Research Laboratory (Nrl) e un satellite sviluppato dai cadetti dell’Air Force Accademy. Siccome la baia dell’X-37B non è sufficientemente grande per trasportare anche questi esperimenti, è stato aggiunto in coda un modulo di servizio, in modo da aumentare la capacità di carico.
La Nasa ha deciso di affidare all’X-37B una piastra con diversi materiali da esporre alle estreme condizioni spaziali per analizzarne il comportamento. Il secondo esperimento dell’agenzia americana, invece, prevede lo studio delle radiazioni spaziali su diversi semi.
L’esperimento forse più complesso e interessante portato in orbita dallo spazioplano è quello per conto della Nlr e verrà effettuato attraverso un dispositivo per il trasferimento dell’energia. Grazie a un pannello solare, lo strumento accumulerà energia che successivamente verrà trasformata (in energia a microonde a radiofrequenza) per poi essere inviata sulla Terra. Potrebbe essere un grosso passo avanti per l’approvvigionamento energetico, visto che dallo spazio è possibile raggiungere ogni area del pianeta, anche quelle altrimenti inaccessibili. I cadetti del Air Force Accademy, sponsorizzati dall’USAF Research Laboratory, hanno
costruito un piccolo satellite, chiamato FalconSat 8, contenente 5 esperimenti.
Nonostante la missione dell’X-37B sia segreta, nulla può essere nascosto nello spazio. La posizione di ogni oggetto è monitorata e può essere osservato da Terra, come dimostrato da questa immagine, realizzata dall’astrofotografo Ralf Vandebergh.

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