Tira forte il vento sulle nane brune

MISURATA LA VELOCITÀ DELLE LORO NUBI SUPERIORI

Troppo per essere dei pianeti e poco per essere vere stelle: sono le nane brune. Nel loro piccolo, sono comunque oggetti interessanti, perché, in base alla massa e all’età, possono mostrarsi molto differenti. Sono oggetti intrinsecamente deboli e piccoli, tanto da essere impegnativi anche per i grandi telescopi professionali, ma il loro studio ne svela gli aspetti più sorprendenti, specialmente quando ci si riferisce alla loro meteorologia.

Una nana bruna fredda non differisce molto, per aspetto e dimensioni, dal nostro pianeta Giove, se non fosse per la massa almeno 13 volte maggiore, ma all’atto pratico, a un’analisi sommaria, stenteremmo a trovare sostanziali differenze. Altrettanto, le nane brune più calde e giovani, non si discostano molto dal sembrare una nana rossa, se non fosse per la massa minore che non permette la fusione dell’idrogeno nel loro nucleo, come fanno invece le vere stelle. Alcune di queste nane brune esibiscono anche dimensioni maggiori di una nana rossa. In definitiva, non sono oggetti facili da scovare, perché riescono a confondersi bene con le comuni stelle di piccola massa.

Ad arricchire il variegato campionario di fenomeni associati alle nane brune, giunge ora notizia che, per la prima volta, sia stata misurata direttamente la velocità del vento che soffia nell’atmosfera in una di esse. Classificata 2MASS J10475385+2124234, come tutte le nane brune è un oggetto molto debole e piuttosto vicino, infatti trovandosi ad appena 32 anni luce di distanza da noi è stato il laboratorio ottimale su cui testare una nuova tecnica che combina dati radio e nell’infrarosso medio ottenuti dal Telescopio Spaziale Spitzer della Nasa, congedato lo scorso gennaio.

Per eseguire queste misure, si è dovuto identificare un riferimento da correlare ai dati ottenuti dai vari strumenti. Al pari, in meteorologia, la velocità del vento viene misurata rispetto a una postazione fissa al suolo che misura il flusso della massa d’aria. Questo riferimento è stato identificato sulla nana bruna negli strati inferiori che, in prima approssimazione, si comportano come una superficie solida, a differenza di quelli superiori che invece possono essere assimilati in tutto a un’atmosfera gassosa. Si è scoperto infatti, che questi oggetti esibiscono forti campi magnetici e producono emissioni radio registrabili anche ad anni luce di distanza con adeguati strumenti.

La loro emissione radio interna, ruotando molto più lentamente delle nubi superiori, registrabili in infrarosso, rappresenta un buon sistema di riferimento per la velocità relativa tra questi strati. I ricercatori sono stati così in grado di misurare, con grande precisione, una differenza di 2293 km/h tra il moto dell’atmosfera superiore, alla temperatura di 600°C, e l’interno più caldo e relativamente fermo da cui arriva l’emissione radio, registrata con il Very Large Array nel Nuovo Messico.

Questa nuova tecnica è stata dapprima testata su Giove, che è quanto di più simile a una nana bruna che abbiamo nel nostro Sistema Solare, ma è anche un pianeta gassoso come tanti ormai ne conosciamo tra gli oltre 4000 esopianeti, quindi con lo stesso metodo si potranno studiare le atmosfere dei giganti gassosi, almeno quelli più vicini.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.