Exomars, rinviata al 2022 la ricerca della vita su Marte

È TROPPO IMPORTANTE PER RISCHIARNE IL FALLIMENTO

La storia dell’esplorazione spaziale lo dimostra: la strada verso Marte è lastricata di insidie e difficoltà. Non di rado, negli ultimi cinquant’anni, la sfida al Pianeta Rosso si è infatti rivelata una severa maestra, contribuendo a inquinare la superficie marziana con mezzi incapaci di superare indenni la prova dell’’ammartaggio’ o arricchendo la schiera di sonde alla deriva nello spazio interplanetario. È proprio per scongiurare simili eventualità che la partenza della fase conclusiva del programma ExoMars, attesa tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, è stata ufficialmente posticipata al 2022, quando si aprirà la prossima finestra di lancio utile verso Marte.

A dare l’annuncio di questo secondo rinvio (inizialmente questa missione doveva partire nel 2018) è stato il direttore dell’Agenzia spaziale europea (l’Esa) Johann Dietrich-Wörner, nel corso di una conferenza stampa in diretta streaming che ha avuto luogo a Parigi. Tra i motivi alla base del rinvio anche l’emergenza coronavirus, che nelle ultime settimane ha impedito lo svolgimento delle necessarie verifiche pre-lancio sui componenti della sonda.

Una decisione difficile ma ben ponderata, il cui scopo principale è quello di fornire il tempo necessario affinché vengano svolti correttamente tutti i controlli in grado di garantire l’affidabilità della sonda, aumentando così le sue probabilità di successo: questo, in sintesi, quanto dichiarato da Wörner. Per Esa e la russa Roscosmos, le due agenzie responsabili del programma, il fallimento non è quindi un’opzione contemplata. Una conclusione a cui si è giunti al termine del confronto di aggiornamento sullo stato della missione svoltosi prima dell’inizio della conferenza stampa di Parigi, e su cui hanno pesato, come dichiarato dallo stesso capo dell’Esa, le restrizioni adottate a livello mondiale per il contenimento della pandemia, da cui neanche il settore spaziale ha potuto sottrarsi. “Durante il meeting tra i soggetti direttamente coinvolti nella missione”, ha inoltre specificato il numero uno dell’agenzia continentale, “sono state fatte presenti le problematiche relative a quattro unità elettroniche del modulo di discesa russo, che hanno imposto il loro ritorno ai fornitori”. Nonostante ciò, nessun’altra parte della sonda subirà variazioni, come ha tenuto a precisare David Parker, direttore di esplorazione umana e robotica dell’Agenzia spaziale europea.

Wörner non ha potuto nascondere un certo rammarico, soprattutto alla luce dei recenti progressi ottenuti nell’ambito del programma, con il treno spaziale destinato a raggiungere Marte e composto dal rover Rosalind Franklin e dal lander Kazačok, quasi completamente integrato e pronto per il trasferimento verso il cosmodromo di Baikonur, da cui era previsto il lancio.       

ExoMars è un progetto frutto dalla collaborazione tra Esa e Roscosmos ed è rivolto all’esplorazione robotica di Marte e, nello specifico, alla ricerca di attività biologica al di sotto della superficie del pianeta, dove la vita potrebbe essersi preservata schermata dall’azione dei raggi cosmici. La prima parte del programma ha avuto inizio il 14 marzo del 2016 con il lancio di due componenti, il Trace Gas Orbiter (Tgo), dedicato alla caratterizzazione dei gas presenti nell’atmosfera marziana e attualmente in orbita intorno al pianeta, e Schiaparelli, un lander che avrebbe dovuto fornire indicazioni sulla sequenza di discesa per la successiva missione e che è andato distrutto nel tentativo di atterraggio il 19 ottobre 2016.

La fase principale del programma, quella al centro della conferenza stampa di Parigi, si prefigge di inviare verso Marte due mezzi con obiettivi distinti: il primo, il rover Rosalind Franklin, realizzato dall’Esa, avrà il compito di forare e di analizzare campioni di suolo prelevati fino a due metri di profondità in diverse aree di Marte per mezzo di una trivella e di una suite di strumenti scientifici; il secondo, il lander Kazačok, prodotto da Roscosmos, fungerà sia da modulo di atterraggio per il rover Franklin che da piattaforma di ricerca indipendente in grado di effettuare rilevazione di parametri legati all’atmosfera e alla magnetosfera marziane.    

La scelta di ritardare la partenza della missione non giunge però inaspettata. L’ipotesi di un possibile rinvio era già circolata a seguito del fallimento di entrambi i test sul sistema di apertura dei paracadute, condotti nello spazio aereo del poligono di Esrange, in Svezia, nel maggio e nell’agosto dello scorso anno. Pur certificando la corretta sequenza di dispiegamento, le due simulazioni, eseguite facendo precipitare da 29 chilometri di quota sonde di prova trasportate da palloni stratosferici, avevano evidenziato danni importanti a carico dell’intelaiatura dei due paracadute principali. Una situazione che aveva costretto l’Esa a correre velocemente ai ripari, affidandosi alla consulenza e alla consumata esperienza dei tecnici del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Solo grazie all’intervento di questi ultimi, alla fine del 2019, era stato possibile individuare il problema, relativo alla sacca in cui erano ospitati i paracadute, e apportare le modifiche necessarie per la qualifica dell’intero hardware, che non potrà però arrivare prima dei due test conclusivi programmati per la fine di marzo in Oregon.

Il sistema deputato a frenare la caduta di ExoMars è uno dei più complessi ed estesi mai realizzati nella storia dell’esplorazione di Marte: poco dopo l’entrata nell’atmosfera marziana, quando le velocità raggiunte saranno supersoniche, il profilo di volo della missione prevede che un primo scivolo pilota venga utilizzato per estrarre un paracadute di grandi dimensioni (15 metri); l’apertura di un secondo scivolo anticiperà il dispiegamento del paracadute subsonico di 45 metri di diametro in vicinanza della superficie del pianeta. Il suo compito sarà quello di rallentare la sonda durante gli ormai celebri sei minuti di terrore della discesa su Marte, fino alla velocità che consentirà l’accensione dei retrorazzi del lander russo Kazačok.

Le cause dei ritardi accumulati dal programma ExoMars non sono tuttavia imputabili esclusivamente alle difficoltà incontrate nella certificazione del funzionamento dei paracadute. Un ulteriore fattore di criticità è emerso nel corso dei test dedicati alla verifica del comportamento del rover Rosalind Franklin in condizioni ambientali simili a quelle presenti su Marte. A seguito delle prove, una piccola parte dei pannelli solari del veicolo ha infatti subito leggere deformazioni. Nonostante la limitata entità del danno, come dichiarato a SpaceNews da una fonte Esa il 2 marzo, la risoluzione del problema ha contribuito alla decisione raggiunta oggi dai vertici delle agenzie europea e russa.

Non sembra quindi destinata a spezzarsi la maledizione marziana che incombe sul programma ExoMars e che nel 2016, con la fine prematura dell’avventura di Schiaparelli, aveva reclamato la sua prima illustre vittima. Anche in quell’occasione non erano mancate le polemiche nei confronti di presunte inadempienze nel processo di verifica pre-lancio dei sistemi della sonda, responsabili secondo alcuni del mal funzionamento dell’altimetro e della tardiva attivazione dei retrorazzi. Tuttavia, in considerazione dell’attenzione con cui si guarda oggi alle procedure di qualificazione di tutti i componenti della missione e al loro corretto svolgimento, la speranza è che il rinvio dell’atto conclusivo di ExoMars possa per lo meno aumentarne le possibilità di successo, regalandoci una delle più importanti scoperte scientifiche della storia: la conferma dell’esistenza di forme di vita aliene.          

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