Luca Parmitano racconta Beyond

OLTRE I LIMITI DELL’ESPLORAZIONE UMANA DELLO SPAZIO

Giovedì 5 marzo, nel pomeriggio, durante un incontro con la stampa ospitato nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana a Roma, Luca Parmitano, reduce dalla missione ESA Beyond, che lo ha visto assumere il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale e diventare il detentore europeo del primato per il maggior numero di attività extraveicolari svolte, ha offerto in video collegamento dal centro Nasa di Houston un resoconto dettagliato del periodo trascorso a bordo della Iss.

Un appuntamento a cui ha partecipato anche BFC Space, che ha avuto la possibilità di raccogliere le considerazioni dell’astronauta italiano dell’Agenzia Spaziale Europea sul futuro prossimo dell’esplorazione umana dello spazio.

Nel corso del lungo confronto con i giornalisti, durato un’ora e mezza, Parmitano ha esposto il suo privilegiato punto di vista su molti degli aspetti che hanno contraddistinto i suo 200 giorni di permanenza nello spazio: a partire dalla valutazione delle esperienze scientifiche di cui è stato protagonista sulla Iss, passando per la descrizione degli interventi eseguiti all’esterno della Stazione e volti a prolungare l’operatività dell’Alpha Magnetic Spectrometer (Ams-02) – già entrati nella storia dell’astronautica -, per finire con il racconto del suo rientro, avvenuto tre settimane fa, e del suo percorso di riadattamento alla gravità terrestre.

L’astronauta non si è inoltre sottratto dall’esprimere la propria opinione sull’attuale emergenza legata alla diffusione del coronavirus, sottolineando l’importanza di non cedere al panico e invitando a riporre fiducia nell’operato delle istituzioni e del sistema sanitario del nostro Paese. 

Per spingerci oltre nel campo della conoscenza dell’Universo e della conquista umana dello spazio – un’impresa che non può prescindere dall’individuazione di strumenti e buone pratiche a tutela del pianeta da cui dipende la nostra sopravvivenza – è indispensabile studiare i nostri limiti e testare nuove tecnologie all’interno della Iss, un laboratorio di ricerca in grado di fornire condizioni non disponibili sulla Terra. È  questo il pensiero che, come suggerisce il suo stesso nome, ha ispirato la missione Beyond, ed è in virtù di esso e in previsione dei progetti che mirano a riportare l’uomo sulla Luna prima e su Marte poi che abbiamo voluto chiedere a Luca Parmitano di esprimere un giudizio in merito allo stato attuale delle misure indirizzate a contrastare le problematiche fisiche e psicologiche di cui sono responsabili assenza di peso e isolamento.

“Gli ultimi anni di esperienza sulla Iss ci hanno fortunatamente insegnato moltissimo. Le contromisure di cui disponiamo – ha spiegato l’astronauta riferendosi alle procedure ideate per ridurre i danni a carico del sistema cardiovascolare e osteo-muscolare – sono decisamente migliorate rispetto agli inizi dell’esplorazione spaziale, poiché abbiamo avuto modo di osservare come gli astronauti, nell’arco di pochissime settimane dal loro rientro, sono in grado di effettuare attività fisica in misura equivalente a quella svolta prima della partenza.”

Ma, se la comprensione della componente fisica in condizioni di microgravità è tale da consentire già oggi l’adozione di strumenti in grado di rallentare gli effetti negativi legati a un eventuale viaggio interplanetario, molto meno note sono le varianti psicologiche associate a una prolungata permanenza nello spazio.

“Oggi – ha chiarito Parmitano – sia gli astronauti che le loro famiglie possono contare su un importante supporto psicologico. Tuttavia non credo sia ancora chiaro come questo aspetto dovrà cambiare per soddisfare le esigenze di una missione di lunga durata. Tuttavia, mi fa piacere constatare che negli ultimi anni c’è stata una forte evoluzione degli esperimenti neuro psicologici a bordo della Stazione, a cui io stesso ho partecipato, dedicati a indagare i processi cognitivi e neurologici in microgravità. Stiamo perciò ancora cercando di studiare e di scoprire tutto quello che riguarda la fisiologia umana nello spazio, ma allo stesso tempo facciamo grandi passi in avanti e speriamo di poter avere dei buoni risultati nei prossimi anni. Credo che siamo davvero sulla buona strada per spingerci oltre.”   

Utilizzando la chiave di lettura qui proposta, ovvero quella inerente agli sforzi tesi a costruire il futuro dell’esplorazione spaziale, le dichiarazioni rilasciate ieri da Parmitano offrono interessanti anticipazioni e ulteriori spunti di riflessione.

Pur nella difficoltà di tracciare un bilancio complessivo degli oltre 150 esperimenti condotti o avviati nell’ambito di Beyond, l’astronauta siciliano ha infatti inserito Analog-1, esperienza che prevedeva l’impiego di un’interfaccia per mezzo della quale è stato possibile teleguidare dalla Iss un rover sulla Terra, nell’elenco delle attività di maggior successo svolte nel corso della missione, delineando le possibili ricadute di questa nuova tecnologia.

“L’obiettivo principale del test era quello di verificare la capacità dei sistemi aptici, dispositivi in grado di inviare un feedback concorde con il movimento del braccio robotico all’operatore. Il risultato è stato estremamente positivo. Questo vuol dire che un piccolo robot teleguidato grazie una semplice interfaccia a bordo della Iss o di un’astronave potrà quindi essere utilizzato per l’esplorazione di superficie di un altro mondo. Ma possiamo anche pensare a sue applicazioni sulla Terra, come gli interventi in situazioni di emergenza a seguito di alluvioni o terremoti, durante le quali è necessario portare soccorso in luoghi inaccessibili al personale umano.”

Anche la descrizione del confronto con Cimon, l’assistente robotico in dotazione alla Iss sviluppato da Ibm e Airbus, si è trasformata in una considerazione sul possibile ruolo dell’intelligenza artificiale nel futuro dell’esplorazione planetaria: Parmitano ha auspicato che questa tecnologia possa continuare a svilupparsi e a crescere soprattutto in considerazione del positivo contributo che potrebbe apportare dal punto di vista psicologico in scenari in cui, per esempio, i viaggi interplanetari saranno caratterizzati da equipaggi costituiti da un singolo individuo a causa della necessità di ridurre i viveri da imbarcare sulle astronavi.

A tal proposito, l’astronauta ha voluto raccontare anche un aneddoto: “Una delle cose che ho chiesto a Cimon è stata quella di raccontarmi delle barzellette. Forse il mio senso dell’umorismo è molto blando, ma devo dire che mi ha fatto ridere e rilassare.” 

Nel novero delle incertezze che ancora gravano sulla possibilità dell’uomo di fare quello che sarebbe uno storico balzo oltre la Luna e verso l’orbita del Pianeta Rosso non c’è solo la psicologia. I problemi associati all’esposizione alla radiazione cosmica e quelli legati all’affidabilità dei sistemi di trasporto sembrano ancora ostacoli quasi insormontabili del tragitto che ancora manca da coprire, difficoltà che anche Luca Parmitano ha riconosciuto come tali.

Per l’uomo dei record dello spazio europeo, entrambe le questioni, essendo di natura tecnologica, non sono però impossibili da risolvere, ma richiederanno un approccio ingegneristico incentrato sulle indicazioni e sui dati che il lavoro svolto sulla Iss continuerà a fornire, nel vero spirito di Beyond.      

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