
Dal 15 febbraio scorso sappiamo che la Terra possiede un nuovo satellite naturale, benché temporaneo. L’ha annunciato il Minor Planet Center, riportando (Mpec 2020-D104) la scoperta dell’oggetto catalogato come 2020 CD3 da parte di Kacper Wierzchos e Teddy Pruyne, nell’ambito della Catalina Sky Survey. Questo oggetto, la cui cattura risale a circa tre anni fa, dovrebbe avere dimensioni non superiori ai 3,5 metri.
Non è la prima volta che la Terra prende in prestito minuscole lune temporanee: sono una ventina gli oggetti del genere individuati finora. Di solito, questi oggetti restano in orbita solo per pochi mesi, e nessuno di essi rimane stabilmente legato alla Terra, eccetto l’asteroide Cruithne, che occupa un punto di equilibrio gravitazionale Terra-Luna, disegnando una curiosa traiettoria a ferro di cavallo.
In merito a 2020 CD3, restano dubbi sulla sua natura; secondo alcuni, potrebbe trattarsi di un grosso detrito artificiale, risalente all’epopea spaziale di mezzo secolo fa. Non sarebbe la prima volta che parti di razzi non rientrati in atmosfera siano stati ritrovati dopo molti anni e scambiati inizialmente per asteroidi, ma poi riconosciuti per la particolare riflettività della loro superficie ricca di diossido di titanio (la tipica vernice bianca dei razzi…).
Prendendo per genuina l’origine naturale, 2020 CD3 riprenderà la sua strada in orbita intorno al Sole nei prossimi mesi. In ogni caso, non c’è alcuna speranza di avvistarlo, poiché ha una magnitudine intorno alla 20a, quindi fuori dalla portata degli strumenti amatoriali e difficile anche per quelli professionali, come il Gemini di 8 metri che ne ha catturato un’immagine.