E’ il 4 febbraio 1906 quando i due giovani sposi, Muron e Adella, gioiscono per la nascita del loro primogenito, Clyde Tombaugh. Nato da un’umile famiglia contadina, il piccolo però non è affatto interessato alla vita contadina perché ‘cresce guardando le stelle’. Il suo grande interesse per le stelle lo portò a costruirsi un telescopio con cui realizzò i primi schizzi dei pianeti che inviò al direttore del Lowell Observatory di Flagstaff, in Arizona, Vesto Melvin Slipher.
Il direttore rimase impressionato al punto da
offrirgli un posto nel 1929 che Clyde accettò senza pensarci due volte: appena
approdato all’osservatorio si dedicò al lavoro di Percival Lowell, basato
sulle presunte imperfezioni nelle previsioni dei moti di Urano e Nettuno: nel
1905 infatti Lowell la presenza di un ‘nono pianeta’ che potesse disturbare i
moti di Urano e Nettuno.
Tombaugh si avvalse di un astrografo da 13 pollici per scattare foto della
stessa porzione di cielo a distanza di alcune notti: inventò anche uno
stereo-comparatore che, mostrando alternativamente le foto delle porzioni
celesti, facilitava il compito di individuare anomalie e differenze rispetto
allo sfondo delle stelle fisse. Il giovane, determinato e talentuoso, osservò
circa 45 milioni di oggetti celesti e, dopo soli 6 mesi dal suo arrivo
all’Osservatorio, individuò Plutone, il 18 febbraio 1930,
esattamente 90 anni fa. L’astronomo raccontò in seguito, con queste parole, la
sua scoperta: “Improvvisamente mi balzò agli
occhi un oggetto di quindicesima magnitudine. – Eccolo –
mi dissi. Un’emozione incredibile mi travolse: questa sarebbe stata
una scoperta storica. Mi diressi subito nell’ufficio del direttore.
Cercando di controllarmi, entrai nell’ufficio ostentando indifferenza: ‘Dr.
Slipher, ho trovato il suo Pianeta X!’. Il Dottore sobbalzò dalla sedia,
mostrando uno sguardo compiaciuto ma riservato”.
Tombaugh conseguì il bachelor in astronomia nel 1936 e il master nella stessa disciplina nel 1938. Chiamato alle armi prestò servizio come rofessore, insegnando astronomia navale al personale della Marina durante la Seconda Guerra Mondiale. Al suo ritorno la triste scoperta: Vesto Slipher lo aveva licenziato ufficialmente per mancanza di fondi ma lo scienziato si disse sempre convinto che il vero motivo di questo trattamento fu proprio la scoperta di Plutone: “Era geloso che l’avessi trovato al posto suo!”. Perso il posto, Clyde lavorò per l’esercito degli stati uniti, occupandosi di razzi a White Sands, in Nuovo Messico; insegnò in seguito all’Università statale del Nuovo Messico a Las Cruces, dove visse fino alla fine dei suoi giorni, il 17 gennaio del 1997.
Il suo lavoro, il suo talento, la sua tenacia e la sua determinazione gli valsero tanti riconoscimenti, i più importanti post-mortem: la caratteristica macchia a forma di cuore sulla superficie di Plutone è stata ribattezzata ‘Tombaugh Regio’ in suo onore senza contare che la sonda New Horizons, che ha sorvolato il pianeta nel 2015, contiene parte dei suoi resti su volere dei parenti: i suoi sono gli unici resti umani ad aver lasciato il Sistema Solare. Vi pare poco?