Trovata la meteorite di Capodanno!

Primo ritrovamento in Italia basato su un approccio sistematico

Gli esperti della rete Prisma (www.prisma.inaf.it) lo avevano pronosticato: uno dei due bolidi avvistati a Capodanno (vedi la news del 3/01) molto probabilmente era arrivato al suolo dopo la frantumazione in atmosfera. Avevano anche individuato l’area di probabile caduta, vicino a Cavezzo, in provincia di Modena.

Subito è partito tramite Internet un appello alla popolazione locale a segnalare qualsiasi ritrovamento di sassi strani, di colore scuro e molto levigati. Già nel primo pomeriggio del 4 gennaio è arrivata a Prisma la segnalazione di Davide Gaddi che si era imbattuto in una piccola roccia sospetta, simile alla descrizione fatta dagli esperti. La presenza a Cavezzo di Romano Serra, esperto collezionista di meteoriti dell’Università di Bologna, accorso per l’occasione, ha permesso di confermare che si trattava proprio della meteorite di Capodanno, già battezzata “meteorite Cavezzo”.

È un vero successo dell’approccio sistematico di Prisma: è la prima volta in Italia che una meteorite viene scoperta in questo modo. Tutti gli altri ritrovamenti (una quarantina in tutto) sono sempre stati il frutto di ricerche occasionali.

Un’impresa assolutamente non banale, resa possibile dalle stazioni Prisma, le videocamere che guardano il cielo per 24 ore al giorno, automatizzate e collegate in rete fra loro. E capaci così di permettere agli esperti di Prisma di “triangolare”, cioè di ricostruire il percorso del corpo celeste che sta attraversando l’atmosfera dopo che è stata captata la scia luminosa da almeno due o tre camere.

È stata vincente anche la capacità di Prisma di attrarre consenso e partner attorno a un progetto che oggi raduna quasi 50 camere in tutta Italia, gestite non soltanto da Osservatori Astronomici (professionali e amatoriali) e Università, ma anche da Planetari, associazioni culturali, istituti scolastici e privati. Un bellissimo esempio dell’operatività e della tenacia nostrana nell’affrontare problemi e difficoltà per un obiettivo comune.

Ora i frammenti ritrovati verranno sottoposti ad analisi mineralogiche per classificare la meteorite, ma le ricerche non si fermano, perché si spera di trovare altri reperti vicino a Cavezzo e di riuscire in futuro, con lo stesso metodo, a individuare altre meteoriti che cadessero sul suolo italiano. Magari grazie a una estensione della collaborazione Prisma in zone attualmente un po’ sguarnite, come il Centro Italia. Gli interessati possono contattare il project office di Prisma all’indirizzo prisma_po@inaf.it

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