Il meteorite di Capodanno caduto vicino Modena

La rete Prisma chiede aiuto per trovarlo

Gli esperti della rete Prisma (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera) hanno fatto i conti. E hanno concluso che molto probabilmente il primo dei due bolidi passati nei cieli del Nord Italia il pomeriggio del 1° gennaio (vedi la news “Capodanno col botto”) ha dato luogo alla caduta di un meteorite.

Oltre ai dati di sei camere della rete, sono state utilizzate decine di segnalazioni visuali da cittadini di Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Toscana che continuano ad arrivare sul sito di Prisma (www.prisma.inaf.it), una collaborazione promossa e coordinata dall’Inaf per lo studio di bolidi luminosi di altri fenomeni che avvengono nell’alta atmosfera, tramite una rete di videocamere installate su tutto il territorio nazionale che sorvegliano il cielo costantemente.

Grazie all’elaborazione dei dati ricevuti, è stato possibile determinare la traiettoria dell’oggetto e delimitare l’area della possibile caduta dei suoi frammenti. Il bolide è stato osservato per la prima volta a 76 km di quota, mentre percorreva una traiettoria inclinata di circa 68° rispetto alla superficie terrestre. La velocità di ingresso del meteoroide in atmosfera è stata di circa 12 km/s, ma l’elevato angolo di caduta ha dato luogo a un intenso processo di disgregazione, in particolare fra i 50 e i 30 km d’altezza. L’ultima quota osservata è stata a 21,7 km, poi il bolide ha smesso di brillare.

I calcoli indicano che qualche frammento del meteoroide originario dovrebbe essere arrivato al suolo. La zona interessata dalla caduta è quella del paesino di Disvetro, pochi km a nord-ovest di Cavezzo (MO), in Pianura Padana. La zona di incertezza è di circa 2,2 × 1,5 km. Considerato i processi di frammentazione cui il meteoroide è andato soggetto, qualche pezzo potrebbe essere finito anche sulla congiungente fra Rovereto sul Secchia e Disvetro.

La rete Prisma fa appello alla popolazione locale, e in particolare ai cittadini dell’area compresa nella zona di massima probabilità di caduta, affinché segnalino eventuali rocce o frammenti che trovassero sui loro terreni di proprietà o altrove e che sembrino ai loro occhi strane o anomale perché potrebbe trattarsi di pezzi o di frammenti del meteorite.

In particolare, chi trovasse un sasso ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati lo segnali a Prisma, inviando una foto a prisma_po@inaf.it.

Prima di raccoglierlo è importante seguire le istruzioni contenute nell’immagine allegata, predisposta dall’Associazione Meteoriti Italia (www.meteorititalia.org)

Non esiste nessun pericolo derivante dal ritrovamento della presunta meteorite, che è un pezzo di roccia inerte. L’interesse è puramente scientifico e per questo è importante non lasciar passare troppo tempo dal ritrovamento all’esame mineralogico, in quanto si rischia che le peculiarità della meteorite, esposta all’atmosfera terrestre e/o al terreno, vengano perse.

Ogni meteorite è il testimone di un’epoca remota, risalente alla formazione del Sistema Solare (circa 4,5 miliardi di anni fa), pertanto ogni meteorite è un prezioso reperto che ci racconta qualcosa sull’origine dei pianeti. In Italia le cadute accertate di meteoriti negli ultimi due secoli sono una quarantina, ma questa potrebbe essere la prima a essere ritrovata tramite un progetto di ricerca sistematico.

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