L’ossigeno di Marte

Su Marte non c’è solo il metano a complicare la vita degli scienziati, adesso ci si mette anche l’ossigeno. Il rover Curiosity ha rilevato un eccesso di ossigeno nell’atmosfera sopra il cratere Gale, il luogo dove è sbarcato e che sta esplorando da tre anni marziani (un anno sul Pianeta Rosso è pari a 687 dei nostri giorni).

L’ossigeno su Marte è debolmente presente (0,16% del totale) in un’atmosfera dominata dall’anidride carbonica (95%) e dalle sue bizze stagionali: l’anidride ghiaccia durante la stagione fredda ed evapora in quella calda, aumentando così la debole pressione atmosferica marziana.

In questo contesto, durante le primavere e le estati marziane la concentrazione dell’ossigeno si eleva fino al 30% in più. L’aumento è stato osservato da Curiosity in ciascuno dei tre anni marziani studiati, ma in modo irregolare e imprevedibile, essendo molto diverso da un anno all’altro. Soltanto in autunno la sua presenza è in linea con le attese, mentre d’inverno ce n’è in genere meno di quel che ci si potrebbe aspettare.

Un comportamento che ricorda quello del metano, altro gas che sta dando grattacapi ai planetologi. Il metano è ancora meno presente su Marte (lo si ritrova soltanto in tracce), ma anche la sua abbondanza percentuale aumenta durante l’estate, anche del 60%. Picchi occasionali del metano sono stati riscontrati anche d’inverno (in controtendenza quindi con l’ossigeno), mentre in primavera e in autunno la quantità del metano atmosferico rispecchia le attese.

Può esserci una correlazione fra la concentrazione in atmosfera di questi due gas? Sulla Terra hanno a che fare con le attività biologiche e il metabolismo degli esseri viventi, ma su Marte?

Prima di avventurarsi in ipotesi ardite, occorre eliminare ogni possibile causa non biologica, per esempio derivante dalla composizione del terreno marziano che è molto diversa da quella terrestre. Curiosity non è in grado di discriminare fra presenza della vita e reazioni chimiche abiotiche; perciò a questi interrogativi cercheranno di rispondere la missione europea ExoMars 2020 e la Mars 2020 della NASA, che partiranno verso il Pianeta Rosso la prossima estate.

Chissà che l’annuncio epocale della presenza della vita su un altro corpo celeste non sia più vicino di quanto possiamo pensare.

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