Ultima Thule? No, Arrokoth!

Rinominato il corpo più lontano del Sistema Solare

L’oggetto più lontano mai visitato da una sonda, è stato rinominato Arrokoth, che significa ‘cielo’ nella lingua dei nativi americani Powhatan, per via delle connotazioni naziste del nome precedente. Il nuovo nome è stato scelto dal team New Horizons e approvato dagli anziani della tribù Powhatan, quindi ratificato definitivamente dall’Unione Astronomica Internazionale.

L’asteroide della Cintura di Kuiper, è stato visitato dalla sonda NASA New Horizons in uno storico flyby il primo giorno del 2019, con le immagini che ne avevano svelato la natura di oggetto doppio a contatto.

Scoperto da HST, la sua designazione tecnica è 2014 MU69, ma il team New Horizons l’aveva soprannominato Ultima Thule, come la mitica terra del nord nella letteratura europea medievale, descritta oltre i confini del mondo conosciuto.

Quel nome evocativo aveva scatenato però accese polemiche poiché era stato usato dagli occultisti tedeschi di estrema destra, all’inizio del XX secolo, come leggendaria dimora atavica del popolo ariano, da cui essi credevano di discendere.

Il nome Arrokoth riflette l’ispirazione di guardare al cielo e di interrogarsi sulle stelle e sui mondi oltre il nostro“, ha affermato Alan Stern, principal investigator di New Horizons, nel corso della conferenza stampa di annuncio. Nel comunicato ufficiale, la NASA non ha fatto, comunque, alcun cenno alla polemica dei mesi scorsi.

Nel frattempo, la sonda New Horizons ha già raggiunto i bordi esterni della Cintura di Kuiper che si estende oltre l’orbita di Nettuno e si unirà, tra qualche tempo, alle sonde Voyager 1 e 2 nella regione oltre la sfera d’influenza del Sole.

(In figura, una particolare elaborazione, ottenuta dai dati grezzi inviati dalla sonda alcune ore dopo il flyby, per evidenziare le debolissime variazioni di albedo superficiali. Crediti: NASA/New Horizons, G. Donatiello)

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 354 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.