Mercurio transita sul Sole

Per l'Italia quello dell'11 novembre sarà il più rilevante fenomeno astronomico dell'anno.

Mercurio davanti al Sole
(Shutterstock)

Mercurio, come Venere, durante le congiunzioni inferiori può passare proprio davanti al disco solare. Questi eventi, che prendono il nome di “transiti”, per Mercurio sono molto meno rari di quelli di Venere: in media, ne avvengono 13 al secolo. Ma la frequenza non è uniforme: tra quello di quest’anno e il precedente, sono passati solo 3 anni, ma occorrerà attendere 13 anni per il prossimo passaggio.
La Tabella 1 elenca gli ultimi transiti di Mercurio e i prossimi. Per “fase massima” (in ora solare) si intende quella in cui Mercurio viene a trovarsi più vicino al centro del disco solare.

Mercurio passa davanti al Sole. Tra il transito di quest’anno e il prossimo occorrerà attendere 13 anni. Ecco come osservare il fenomeno.

Il transito di quest’anno – come tutti i transiti che si verificano nel mese di novembre – si ha con Mercurio in prossimità del suo perielio, quindi più lontano dalla Terra; per questa circostanza, il pianeta ci mostra un disco più piccolo rispetto a quello che mostra nei transiti di maggio: il Sole presenterà un diametro di 1940”, ben 196 volte maggiore di quello di Mercurio!
Il transito di quest’anno è poco favorevole per l’Italia, poiché è visibile solo nella prima parte dal nostro Paese. Per vederlo interamente occorrerebbe recarsi ad alcune migliaia di chilometri verso occidente, come alle Canarie. Una visione completa del transito si ha poi dalla costa orientale degli Stati Uniti, dal Canada, dall’America Centrale e da tutta l’America Meridionale.
Il transito di quest’anno dura cinque ore e mezza, ma è seguibile dall’Italia solo per le prime 3 ore circa (se il meteo è favorevole!). Inoltre, il Sole, con la sua declinazione di –17°, rimane sempre piuttosto basso, anche all’inizio del fenomeno.
In Tabella 2 sono riportate le circostanze dell’evento. Gli orari sono calcolati per Milano in ora solare, ma per le altre località italiane la variazione è al più di qualche secondo.

Essendo un transito che si verifica a novembre, avviene con il passaggio di Mercurio nel nodo ascendente della sua orbita e a 101 milioni di km dalla Terra. Per l’Italia il fenomeno inizia con il Sole già nell’arco discendente della sua orbita (anche le altezze del Sole in Tabella sono riferite a Milano).
L’ora del tramonto si riferisce a un orizzonte marino, quindi, in pratica, il Sole appare scomparire un po’ prima; proprio quando viene raggiunta la fase massima del transito.
L’osservazione del fenomeno con qualsiasi strumento richiede l’utilizzo di appositi filtri solari certificati, per evitare danni agli occhi. Durante il transito, Mercurio sottende un diametro di 10” scarsi, un valore troppo piccolo per essere percepibile a occhio nudo, ma già accessibile alle potenzialità di un comune binocolo, come un 8×30, che dovrebbe mostrarlo come un punto.
Un piccolo cannocchiale è meglio: sono già ottimi per seguire l’evento i rifrattori da 60 mm ed eccellenti quelli da 100-120 mm. La bassa altezza del fenomeno fa sì che strumenti maggiori di 120 mm non potranno far sentire il loro maggiore potere risolutivo anche in condizioni di seeing favorevole, soprattutto con l’avvicinarsi della fase massima, a pochi gradi sopra l’orizzonte.
Dato il rilievo del fenomeno e la spesa contenuta, consigliamo di acquistare un vero filtro solare e di non utilizzare dei surrogati, come i vetri da saldatore, che non garantiscono la sicurezza per gli occhi. Un filtro già buono in foglio formato A4 ha un prezzo sui 25 euro.
A 100 ingrandimenti Mercurio appare chiaramente sotto forma di dischetto e a 188x (potere che però difficilmente sarà fruibile vantaggiosamente) lo si vede grande come la Luna a occhio nudo. Quando si ha una buona immagine, Mercurio mostra il suo disco e si riconosce da una macchia solare rotonda perché appare perfettamente circolare anche in prossimità del bordo solare, mentre una macchia esibisce l’aspetto che manifesta un disco visto di scorcio.
Inoltre, Mercurio è completamente privo di “penombra”!

LE QUATTRO FASI DEL TRANSITO

Primo contatto (esterno). Contrariamente a quanto avviene per Venere, con un filtro in “luce totale” (che abbatte la luce del Sole senza selezionare una particolare lunghezza d’onda), Mercurio non è visibile finché si trova all’esterno del disco solare; solo quando inizia il transito il pianeta si rivela, come una smangiatura sul bordo solare.

Con un filtro H-alfa, Mercurio può essere individuato quando è ancora all’esterno del disco, purché si proietti su una protuberanza solare. In questo transito il primo contatto si ha nell’angolo di posizione di 110°, cioè nella parte sinistra del disco solare. Ricordiamo che la misura di quest’angolo parte da nord (0°) e va verso est (90°). A sud si hanno 180° e a ovest 270°.

Secondo contatto (interno). Questo contatto non si può determinare con precisione, a causa del fenomeno della “goccia nera”, che non permette di individuare la tangenza dei due dischi.
In pratica, l’occhio ha l’impressione di vedere il dischetto di Mercurio ancora collegato al bordo solare con una piccola propaggine. È un’illusione alla quale la nostra vista è soggetta quando si trova nelle condizioni di sforzo nel discernere dettagli al limite della visibilità.
Quando il pianeta si trova ben all’interno del disco, se si ha la fortuna di vederlo prossimo a una macchia solare, si può notare come esso sia decisamente più scuro. Le macchie solari, infatti, non sono nere, ma semplicemente meno brillanti della circostante fotosfera.

Minima distanza dal centro. In questa fase Mercurio sarà 1’12” a sud del centro del disco solare e apparirà nerissimo, in contrasto con la brillantezza della fotosfera, che verso il centro appare più brillante che ai bordi. È soprattutto in questa fase che alcuni osservatori in passato hanno percepito un’aureola brillante e un punto luminoso all’interno del piccolo disco. Entrambi i fenomeni sono stati spiegati come impressioni degli osservatori scaturite dal fortissimo contrasto con la brillante fotosfera solare.

Fasi finali. La parte finale del transito, che si verifica verso le 19 e che presenta le stesse fasi di quelle iniziali ma in ordine inverso, non è visibile dal nostro Paese. L’angolo di posizione del punto di uscita sarà di 299°, ovvero sul bordo solare destro.
Il fatto che per vedere un altro di questi fenomeni occorra attendere il 2032, rende altamente consigliabile per ogni appassionato fare di tutto per seguirlo, recandosi con gli strumenti adatti in una località dalla quale l’orizzonte sud-ovest sia ben sgombro.
Non rimane che augurarci un cielo sereno.

Articolo tratto dal primo numero di COSMO. Per abbonarti clicca qui

L’ultimo transito di Mercurio sul Sole (Shutterstock)

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