La Terra ha deviato un piccolo asteroide

Un oggetto di 2 metri ha pagato caro l’essersi avvicinato al nostro pianeta

La scoperta di oggetti interstellari ha sollevato molte domande, alcune riguardanti i meccanismi che portano tali corpi minori a essere espulsi dai sistemi stellari di origine. Il processo più efficiente, insieme alle perturbazioni indotte da altre stelle, è senza dubbio la fionda gravitazionale, utilizzata sovente in astronautica per lanciare a grande velocità le sonde verso lontani target. Raramente accade di osservare tale effetto in diretta su corpi naturali e l’ultima volta è stato il 31 ottobre scorso, quando il piccolo asteroide C0PPEV1 – ora rinominato 2019 UN13 – è stato deviato dalla gravità terrestre a tal punto da modificare drasticamente la sua orbita.

L’oggetto era stato scoperto, debolissimo, poche ore prima dalla Catalina Sky Survey in Arizona e sembrava diretto verso la Terra con probabile collisione. Tuttavia, il meteoroide di appena 2 metri del tipo Aten con semiasse maggiore intorno a 1 UA, proseguendo nella sua corsa, si è portato ad appena 6200 km dalla superficie, intorno alle 13:45 UTC, in un punto sopra l’Africa.  

6200 km sono sei volte meno dell’orbita geostazionaria occupata dai satelliti artificiali ed è una delle distanze minori mai registrate nel database della NASA per un NEO. Ciò nonostante, certamente molti avvicinamenti stretti sfuggono ancora all’identificazione, giacché dal 2000 sono stati registrati almeno 26 impatti meteoritici con energia in atmosfera comparabile a esplosioni atomiche, potenzialmente devastanti per zone densamente abitate.

Meteoroidi come quello identificato non costituiscono un concreto pericolo e c’è da precisare che certi oggetti, sotto particolari condizioni geometriche, arrivano pure a rimbalzare sull’atmosfera oppure, come per 2019 UN13, sono deviati dal gravity assist.

Nel caso specifico, l’afelio è stato ora spostato molto più lontano in una regione della Fascia Principale di asteroidi tra Marte e Giove e, probabilmente, non sarà più un pericolo per la Terra.

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Informazioni su Giuseppe Donatiello 353 Articoli
Nato nel 1967, astrofilo da sempre. Interessato a tutti gli aspetti dell'astronomia, ha maturato una predilezione per il deep-sky, in particolare verso i temi riguardanti il Gruppo Locale e l'Universo Locale. Partecipa allo studio dei flussi stellari in galassie simili alla Via Lattea mediante tecniche di deep-imaging. Ha scoperto sei galassie nane vicine: Donatiello I (2016), Donatiello II, III e IV nel sistema di NGC 253 (2020), Pisces VII (2020) e Pegasus V (2021) nel sistema di M31. Astrofotografo e autore di centinaia di articoli, alcuni con revisione paritaria.